martedì 9 settembre 2014

Aiuto! Ricostituente e benedizione.

Aiuto! Quanto tempo che non scrivo!
Comunque bando alle ciance, qui c'è da fare per prepararsi all'inverno.
Oggi avrei voluto iniziare a fare un po' di cambio di stagione, ma fa caldo e non ne ho voglia.
Però, da brava formica, ho deciso di fare comunque qualcosa in vista della brutta stagione.
Quindi sono passata in farmacia a cercare qualche ricostituente per il sistema immunitario dei twins per affrontare l'arrivo dei malanni di stagione (che qui hanno già colpito, anche se la stagione non si capisce bene qual è!). Allora, non è che ci creda molto, ma, mal che vada, il mitico prodotto omeopatico non farà nulla di che. Non entro nel dibattito sui prodotti omeopatici che, da quando sono diventata mamma, tutti i rimedi sono buoni, basta crederci, almeno un pochino. E ho sorriso, l'altro giorno, quando dalla borsetta di un'altra mamma è caduta una collanina di ambra. L'ho raccolta e mentre gliela porgevo lei mi ha detto: "Ma non fa niente eh!?". In ogni caso sono così preoccupata all'idea del susseguirsi di raffreddori, tossi, malattie esantematiche (già visto lo scorso anno) che ogni precauzione è lecita.
Allora visto che sarà un autunno-inverno un po' difficile per noi, oggi si va pure
alla Benedizione dei bambini al Santuario della madonna dei fiori, tradizione, che, nei miei primi 30 anni di vita, ho saltato davvero poche volte. Anche se adesso i bambini sono loro, sono convinta che mi faccia bene e comunque male non farà a nessuno... salvo eventuali risse per il palloncino. L'anno scorso, infatti, i twins erano troppo piccoli per capire il discorso del palloncino (che poi alla fine va fatto volare in cielo perché il messaggio arrivi a Maria). Quest'anno vedremo. L'importante è esserne convinti. E che non piova.

giovedì 31 luglio 2014

Caro blog, adesso ci parliamo!

"Caro diario", l'avrei scritto 15 anni fa. Adesso è Caro blog. Ma mi sei mancato uguale anche se, sotto molti aspetti, è evidente che 15 anni non sono passati in vano. Nonostante, in questi giorni, abbia avuto dimostrazione che cose di 15 anni fa sono rimaste indelebili sul foglio della vita. E ripensarci fa sorridere.
E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che ti  (non nel senso a te, ma proprio te) ho scritto. Scusa, ma oggi sono un po' pignola. Sarà un po' colpa degli eventi e del mal di testa, ma di questo ti parlerò poi. 
Ti ritrovo bene, superate le 5000 mila visite! Sarà un po' merito del premio che abbiamo ricevuto (Parole di Supermamma blogger) e che ci è valso una ghiotta fornitura di prodotti Hipp per i nani, che poi se io scrivo te, è tutto merito loro. E sono passati più di sei mesi da che ci frequentiamo.
Questa è la più lunga pausa che ci siamo concessi. E infatti di cose ne sono successe e riguardano, tra l'altro, un aspetto che alla mamma sta particolarmente a cuore: il linguaggio.
Finalmente siam qui che facciamo dei discorsi: 
Mamma: Come fa la mucca? 
Bimbi: Muu 
e via di seguito con rana, cavallo, caffettiera, leone, gatto, cane la moto che fa brum brum come la macchina, la ruspa e pure il gommone. E po ci sono una serie di co.co.co (che sono molto più simpatici del contratto di lavoro della mamma freelance) e volano liberi nel cielo. 
Il concetto più elaborato che abbiamo prodotto è questo:
Il nonno si è fatto male al piede.
Bimbi: Ahia!
Ne sono davvero davvero molto orgogliosa. Adesso possiamo anche parlarci. 
Con l'asinello, invece, ci siamo sbizzarriti l'altra sera allo spettacolo di burattini che hanno portato in scena la storia di Pinocchio. Il nostro primo spettacolo. Abbiamo fatto un po' di casino, ma neanche troppo. Merito del bravo attore del teatrino dell'erba matta che ha interpretato tutti i principali personaggi della storia di Collodi.  Bimba, che si spaventa per i rumori forti e in questo periodo è in fase "koala", e stata un po' appiccicata alla mamma. Bimbo, che non sa  stare fermo nemmeno un secondo ha fatto cadere un cartellone Poi qualcuno ha fatto la cacca... e allora siamo tornati a casa...
Queste sono le cose più carine che avevo voglia di scrivere. Il resto, poi, verrà. 



sabato 5 luglio 2014

In viaggio/2: ce l'abbiamo fatta!

Abbiamo percorso oltre mille chilometri, da Ventimiglia a Pisa, da Siena ai Monti Sbillini  per una bella festa di matrimonio con puntata, per non farci mancare nulla, sulla costa marchigiana a trovare un paio di amici e una tirata di ritorno di oltre 5 ore di auto consecutive. Ma è andata incredibilmente bene. A parte qualche risveglio alle 5 di mattina, e notti un po' travagliate, lo skazzo nell'attesa dei biberon-latte da scaldare al bar dell'albergo la mattina quando tutti gli altri ospiti dormono ancora, letti e lettini sconosciuti che non favoriscono il sonno, ma è stato un bel viaggio. E soprattutto la dimostrazione del fatto che, con i twins, con i dovuti accorgimenti, si può anche viaggiare. Abbiamo calibrato tutte le partenze in base ai  loro sonnellini prevedendo spostamenti mai più lunghi di un paio di ore. E prima del lungo viaggio di ritorno, li abbiamo sfiniti in piscina. Tutti i programmi, poi, sono stati orientato alle loro esigenze, con soste alle giostrine anziché ad ammirare il panorama, cene rigorosamente alle 19,30 e invece di salire sulla torre di Pisa abbiamo dato da mangiare ai piccioni. Bimbo e bimba, però, si sono adattati bene e soprattutto, credo, abbiano colto e apprezzato il fatto di avere due genitori (pseudo) spensierati a disposizione.
Con l'acqua, invece, stiamo ricominciando a prendere confidenza: in piscina quest'inverno siamo andati poco e, per l'intrinseca capacità di stupirti e spiazzarti che hanno i bambini, chi ama fare il bagnetto e la doccia non vuol mettere piede in mare, mentre chi rifugge ogni goccia di acqua "a casa" è pronto a sfidare le onde.

Allego la foto di una statua che non avevo mai notato prima, posizionata sul lungomare di Ventimiglia. La trovo molto bella e molto da "mamma in vacanza". Peccato per le luci un po' psichedeliche che, passando di lì, tante altre volte prima in auto, non avevo mai capito di che cosa si trattasse. La considero un po' il mio monumento alle vacanze.

sabato 14 giugno 2014

In viaggio con ... Peppa

In vista delle vacanze abbiamo provato ad attrezzarci. Questo tema, per me e per i twins, è un po' ostico, quindi non posso dare consigli e poi è troppo presto per dire se gli accorgimenti presi saranno avvero efficaci. Però, per fronteggiare le trasferte in auto ci siamo attrezzati così.
1. Doppio porta IPad da poggiatesta auto con doppie puntate di  Peppa diverse tra loro (ok, vi lascio immaginare come sia ascoltare in auto, circa ogni due minuti e mezzo quella sigla...). Puntate diverse per ottimizzare i download (con l'applicazione Downloader Lite che ne fornisce gratis solo un numero limitato). Nell'assortimento ci sono anche i Teletubbies, Bob l'aggiustatutto, Nemo in spagnolo e La casa delle api (che è tra i preferiti, ma on line si trova pochissimo).

2. Alcune App consigliate dagli amici: Talking Ginger, il gatto che registra i versi dei bambini e li ripete (ha fatto morire dal ridere i nonni, intanto) e il gioco delle bolle che scoppiano e fanno i versi degli animali (Bollicine per i più piccoli). I twins sono piccoli quindi l'integrazione con l'Ipad è ancora piuttosto difficile.

3. Le partenze intelligenti: abbiamo provato quelle alla sera, verso ora nanna, ma dopo un po' nel seggiolino si scocciano e all'ultimo arrivo, intorno alle 22,30 abbiamo trovato ad aspettarci la banda musicale per la festa di Sant'Antonio con immediato risveglio urlante.

Di viaggi in programma ne abbiamo ancora parecchi... Vi faremo sapere...

mercoledì 4 giugno 2014

Per chi odia la ceretta

Quando ho rielaborato il dolore del travaglio, dopo il parto spontaneo di due gemelli, ho pensato: d'ora in poi non proverò più dolore per nulla. E invece, la mia "soglia del dolore sotto le scarpe" si è rifatta subito viva al primo appuntamento dall'estetista. Sì perché a me fare la ceretta mi fa male. Non solo nei punti più delicati, dappertutto. Da sempre. E mi mette di cattivo umore. Quindi l'opportunità di testare l'epilatore a luce pulsata Philips Lumea Comfort è arrivata come una manna dal cielo, a ridosso dell'estate.
Far sparire in modo definitivo i peli è un sogno. Se non provoca alcun fastidio, lo è ancora di più. Ho appena iniziato quest'avventura fai-da-te (e anche in questo ci sono grossi pregi: non dover prendere e rispettare appuntamenti, sfruttare anche pochi minuti di tempo libero, poter utilizzare il prodotto comodamente in casa). So che per vedere i primi risultati apprezzabili, ci vorrà un po' di tempo, ma mi confortano le numerose recensioni positive del prodotto che leggo in giro. Per il resto, l'utilizzo è davvero comodo e pratico. Le istruzioni allegate al prodotto forniscono tutte le indicazioni utili a chi, come me, è assolutamente digiuno di epilazione a luce pulsata, ma ne ha sempre soltanto sentito parlare come un costoso miraggio.
Ho provato l'intensità della luce in base alla colorazione della pelle e, proprio come indicato sul libretto di istruzioni, appena sentito un leggero fastidio, ho individuato l'esatto livello di potenza (quello inferiore).
La modalità flash e quella a scorrimento sono molto utili per adattarsi alle diverse zone in cui si può utilizzare l'apparecchio: dalle superfici più limitate a quelle più estese.
Anche le indicazioni sulla sicurezza e la cura della pelle (ad esempio in relazione all'esposizione al sole) sono molto cautelative se rispettate alla lettera. In rete, poi, ci sono molti consigli utili su come utilizzare nel modo più efficace questo sistema di depilazione. Uno che mi ha incuriosito: tracciare linee sulle gambe per essere sicure di flasharle in modo uniforme senza ripassare sulle stesse zone e senza lasciare "buchi". Insomma tutto da provare.

venerdì 30 maggio 2014

Baby parking e verbi servili


Cose che posso fare mentre i bambini sono al  baby parking:
1. Scrivere un post sul blog dopo giorni di astinenza.
2. Prendere un caffè e mangiare un croissant senza doverlo dividere con nessuno
4. Leggere il giornale

Cose che devo fare mentre i bambini sono al baby parking:
1. Svuotare la lavastoviglie e ricaricarla
2. Svuotare la lavatrice e ricaricarla
3. Riempire l'asciugatrice
4. Rifare i letti
4. Raccogliere i giochi da terra in tutte le stanze
5. Passare l'aspirapolvere
6. Preparare il pranzo
7. Andare in banca
8. Andare in posta
9. Ricaricare il telefono
10. Svuotare tutti i bidoni della spazzatura


Avrete già capito a che punto sono...

mercoledì 21 maggio 2014

Perché un libro, fin da piccoli

E' iniziato a Bra il Salone del libro per ragazzi. Ok, io stravedo per quei pallet pieni di libri. E ci trascino i gemelli che, imprigionati nel passeggino, un po' s'incazzano. Comunque in questi giorni saremo QUI, al Movicentro, a passeggiare tra i libri, ad osservare i bambini più grandi che li sfogliano. Oggi abbiamo ascoltato un pezzetto della preziosa testimonianza di Mario Tagliani, maestro al carcere Ferrante Aporti di Torino. So che è una prevaricazione, la mia nei confronti dei gemelli che, forse, preferirebbero andare in altalena. Ma ho il terrore che non amino i libri. Non dico quanto li ho amati io da bambina, ma almeno un po'. Per adesso i segnali sono buoni: bimba sfoglia volentieri tutto quello che le capita a tiro, compresi i volantini dei supermercati. Bimbo apprezza i libri musicali e lancia i volumi di dimensioni più piccole: è già qualcosa.
Ecco alcuni dei motivi perché spero che i miei bambini amino leggere, fin da subito e per sempre.
1. Perché con un libro non ci si annoia mai in un giorno di pioggia o un lungo viaggio in auto.
2. Perché con un libro si imparano parole nuove, si parla e si scrive meglio.
3. Perché con un libro non si è mai da soli, ma circondati da personaggi, talvolta veri e propri amici, che hanno proprio la faccia che ti immagini tu. 
4. Perché con un libro si sperimentano i sentimenti, compresa la paura (quella delle serie "brivido"), che poi passa...
5. Perché con un libro sul comodino, si dorme meglio, no?

mercoledì 14 maggio 2014

Io credo nelle coincidenze. La febbre

Io credo nelle coincidenze. Nel senso che, in quanto tali, vorranno ben dire qualcosa no? Quindi non mi sono stupita quando, domenica, il giorno prima dell'inizio dell'inserimento al baby parking, è arrivata la febbre. (E poi il raffreddore, la tosse...). I twins hanno raramente avuto la febbre in questi 15 mesi. Caso (anzi, coincidenza), vuole che si arrivata proprio nel momento in cui, dopo lungo dibattito interiore ed esteriore, avevo deciso di consegnarli, per qualche ora a settimana, a nuovi amici,  nuove maestre, nuovi spazi, nuovi giochi, nuove attività da scoprire. E avevo deciso di prendermi un po' di tempo per me, il mio lavoro, la mia casa e i miei armadi disordinatissimi. Così è arrivata la febbre a "regalarci" una settimana in più di transizione. Ma anche un po' di notti insonni, di mattinate "bloccati" sul divano,  di richieste di pronto-intervento-nonne, di pomeriggi lunghi e noiosi con il sole fuori e noi chiusi dentro casa. Perché se arriva la febbre, qua ne blocca almeno tre.  Qualche giorno in più anche per riflettere e convincermi che, comunque, un po' di baby parking non può che fare bene a tutti quanti. Intanto, invece che stare al baby parking, dopo una notte insonne e una dose di Nrofen le cose stanno così:

giovedì 8 maggio 2014

11 maggio: le vere supermmamme

Si avvicina la festa della mamma e il mio pensiero va alle mamme dei bambini malati gravi o disabili. Eroine del quotidiano con una dose infinita di sorrisi in tasca, con uno sguardo d'amore sempre pronto ad abbracciare i piccoli più indifesi. Provo una profonda stima per quelle mamme che con i loro gesti, le loro parole, la loro forza accompagnano bambini che non sono quelli che s'immaginavano. Mamme coraggiose e piene di entusiasmo, mamme che nessuna difficoltà riesce a sconfiggere. Ogni volta che incontro una di queste mamme, è una lezione di vita ed è anche uno schiaffo della realtà perché, purtroppo, ogni mamma sa, in fondo al cuore, che potrebbe trovarsi anche lei in quella situazione a dover tirare fuori tutta l'energia che ha nel corpo e nella mente perché non c'è niente di più prezioso di quel figlio in difficoltà.
Penso alle mamme dei bambini nati prematuri, così numerose, tra le mamme di gemelli, con il cuore avvinghiato a scatole trasparenti che per settimane o per mesi proteggono il loro tesoro, ma impediscono di stringerlo al petto.
Penso alle mamme che assistono i loro bambini chiusi in una stanza d'ospedale e si prodigano ad inventare nuove storie, nuovi giochi per allontanare i momenti brutti.
Penso alle mamme piene di speranza e a quelle che l'hanno persa. Alle mamme che non possono vedere i loro bimbi correre in un prato, alle mamme che non sentiranno mai pronunciare la parola "mamma". Queste donne sì che sono Supermamme.

martedì 29 aprile 2014

Svezzamento avanzato

All'inizio erano precise minestre di verdure: prima patate e carote, poi con zucchine e via via aggiungendo verdure, una alla volta, per testare eventuali effetti avversi. Tutto rigorosamente dell'orto del nonno. Carne omogenizzata a casa: vitello sceltissimo dal macellaio di fiducia, polli e conigli ruspanti di fattoria. Pesce fresco di giornata cotto al vapore. Riso e creme alternate, pastine di vario modello provate poco per volta. Formaggi magri e freschi. Frutta di stagione. Il piatto della pappa era sempre svuotato a dovere. (Ok, ogni tanto ci ho infilato qualche omogenizzato, quasi sempre biologico e pure le pappe pronte da portare in giro!).
Poi, ad un certo punto, i gemelli hanno scoperto che anche noi grandi mangiamo, delle cose parecchio buone. E allora addio pappe. E iniziata la fase due, quella dello svezzamento "avanzato" nel senso che gli avanzi si sono moltiplicati perché la pappa non era più gradita. Ed è cominciato anche un periodo convulso di assaggi, urla sputacchi. Il prosciutto ci salva quasi sempre e anche le sottilette (che non voglio neanche chiedermi di cosa siano fatte). E poi c'è il momento in cui va bene mangiare, ma da soli. Con le manine o cercando disperatamente di "caricare
" qualcosa sul cucchiaino o di infilzarlo con la forchettina. E a terra è uno stuolo di piselli (che finiscono presto schiacciati), pezzetti di pane e grissini ciancicati, dinosauri al ragù sfuggiti alla presa nel tragitto piatto-bocca. Di mezzo, c'è anche la questione "denti" che non aiuta. In ultimo, dopo estenuanti tentativi, abbiamo scoperto che bimba ha una predilezione per i calamari (fritti) e per la pasta al pesto. Con bimbo è più facile perché divora quasi tutto: anche i finocchi lessati. Però non ama il gelato.



martedì 22 aprile 2014

Non andrò mai più sulle giostre (Tsè)

Tra le cose che pensavo non avrei mai più fatto nella mia vita e che invece i figli ti fanno fare, c'è l'andare sulle giostre. Il luna park a Pasqua nella nostra città c'è da sempre (cioè da quando ero piccola). Non sono mai stata particolarmente "addicted" alle giostre, ma come tutti ci sono capitata. E un bel giorno da adolescente snob ho detto: non ci salirò mai più. (Dovuta partentesi: non vale per tutte le giostre, parchi a tema etc, ma solo per il luna park di Pasqua della mia città). E poi, una decina di anni dopo, capita che non vedi l'ora di salire sulla giostrina con l'elicottero, i cavallni e la paperella per vedere che faccia fanno i bambini, i tuoi bambini.
Che poi forse un po' noi si è esagerato e dopo un giro sul camion dei pompieri e uno sulla macchina dei Flinstones si è passati al bruco mela e agli aeroplanini. E che ci sono salita anche con mia cognata, senza alcun bambino. E mi sono fatta un sacco di risate.
E poi abbiamo pescato i cigni, che quello si, credo di non averlo mai fatto in vita mia, ma ho scoperto che per i bambini di circa un anno sono una vera attrazione.

giovedì 17 aprile 2014

Buon compleanno a me.

Oggi sono 30 e  ho in mente tre canzoni che rappresentano i tre decenni trascorsi.

La prima è la sigla di Occhi di Gatto, perché quand'ero piccolina pensavo che da grande sarei diventata come Sheila: bellissima, intelligentissima, innamoratissima. Bellissima non lo sono e va da se, intelligentissima non tocca a me dirlo, innamoratissima sì, sempre.



Chissà se stai dormendo di Jovanotti, perché quando ho compiuto 18 anni pensavo, in fondo, di avere il mondo ai miei piedi e che tutto sarebbe stato emozionante come nei film, nelle canzoni di Jovanotti e in quelle di Vasco.

Messico e nuvole perché ... l'ultima volta che ho preso l'areo è stato per il Messico. Uno dei viaggi che avevo sempre voluto fare e come tante altre cose, l'ho fatto entro i 30. La faccia triste dell'America, è un pezzetto di questi ultimi dieci anni, Che voglia di piangere ho... come i bambini perché è il modo più facile di comunicare quando qualcosa va storto, come i grandi quando si commuovono per le cose belle e inattese. 

giovedì 10 aprile 2014

Mamme&miss

Confesso che provo invidia per quelle mamme che spingono il passeggino in tacco 12, sono perfettamente truccate e pettinate a qualsiasi ora del giorno, anche solo per andare dal panettiere, vestono trendy (e indossano abiti puliti), che d'inverno hanno il cappello, la sciarpa e i guanti intonati e appena c'è un raggio di sole sfoggiano occhiali scuri da Vip.
Io non faccio parte di quella specie, non per presa di posizione, o per contestare l'estetica, ma perché, di solito, quando esco di casa con i due pupi urlanti aggrappati ai pantaloni, è già tanto se riesco ad infilare le scarpe. 
Ho sfoggiato abbinamenti tremendi tipo pantaloni celesti, giubbotto rosso e scarpe verdi. Ho messo le ballerine con delle calze multi-righe che avrebbero fatto ridere anche Pippi Calzelunghe. Ho passato un inverno senza guanti (con conseguenti mani screpolate) e non ho neanche tirato fuori dall'armadio i miei amati berretti e le mie tante sciarpe. 
Sono uscita a fare spesa con la tuta sporca di latte, di sugo o di residui di biscotto, ho abbinato le scarpe da ginnastica con il cappotto, la giacca a vento corta con un golfone che spuntava da sotto.
L'ultima volta che sono stata truccata è stato il giorno del battesimo. Il parrucchiere non mi vede da mesi.
E tutto sommato ... nonmenefreganiente.
Con la bella stagione, però, prometto di impegnarmi un pochino, ma giusto per quella soddisfazione di guardarsi nell'impietoso specchio dell'ascensore e vedere una mamma presentabile. 
Mi sono imbattuta, invece, per lavoro, nel concorso di Miss Mamma. E l'ho trovato carino perché, tra le donne che accedono alle prefinali, non ci sono solo quelle del tacco 12 di cui sopra, ma mamme, oltre a fare le mamme, fanno qualcos'altro di bello, come dipingere ballando un quadro (sul tema della maternità) in un solo minuto. 

Nella foto, Daniela Montrucchio, Miss Mamma Eleganza con il suo quadro. 

martedì 1 aprile 2014

Facce da altalena

Nella nostra piccola città (30 mila abitanti) non ci sono altalene per i piccolini.  Ho chiesto a tutte le mamme che conosco e ne è stata individuata forse una in un giardinetto assolato. Per il resto, solo altalene "da grandi". Ai più sembrerà un problema da poco, ma, una volta visti i sorrisi dei piccolini sull'altalena (ne abbiamo trovata una a Levice, Alta Langa, meno di 250 abitanti) cambierà idea. Altalena per piccolini trovata anche a Latte, frazione di Ventimiglia. E poi, per convincersi della necessità di intervenire, basta sentire una nonna che racconta come la nipotina più grande si dondoli sull'altalena tradizionale (quella con le catenelle e la seduta), mentre la sorellina più piccola la sta a guardare. 
Sono diventata sensibile al problema giardinetti-aree verdi e giochi per bambini da un anno e mezzo a questa parte, da quando vivo in un appartamento senza balcone e senza giardino, cosa che non mi era mai capitata prima.
Certo, in un periodo di magra come questo, andare a questionare sulle altalene può sembrare futile, ma l'ho segnalato ugualmente alla nostra sindaca e sono sicura che ci penserà. Chissà se qualche sponsor potrebbe offrirsi ad acquistare le altalene per i piccolini? A caval donato non si guarda in bocca e non oserei mai dire che, a noi, ne servirebbero due di seggiolini da bimbi!?
Poiché questo post ha preso ormai un tono local, mi piacerebbe che qualche giostrina fosse sistemata nel bel Giardino della Rocca (o del Belvedere) di cui si prendono cura alcuni volontari perché sia sempre un posto accogliente. In ultimo, ci sarebbero da ridipingere e da risistemare i giochi dell'area di frazione Bandito. Ho visto alcuni volontari al lavoro nei giorni scorsi per ripristinare la recinzione e spero che non si fermino lì. E poi, con lo scivolo, il castello e il dondolo, ci starebbe proprio bene una bella altalena (anche per i grandicelli, s'intende). 
Ah, se qualcuno dei miei (25) lettori in zona trova qualche altalena per piccolini, lo segnali qui sotto nei commenti, di pubblica utilità, grazie!

venerdì 28 marzo 2014

Non tutti i gemelli vengon per nuocere


La storia di Dylan (Luke Perry) e Kelly (Gennie Garth) che si mettono insieme davvero, alla faccia di Brenda, mi ha fatto tornare in mente che, nella serie cult della mia adolescenza c'erano dei gemelli. E che li avevo ignorati nella loro gemellarità, come tante altre volte mi è capitato nella vita vera, nei libri o nei film. Dunque, per la legge del contrappasso, mi merito tutto ciò. A ripercorrere la presenza dei gemelli nella mia vita non-reale, il primo pensiero va al meraviglioso "Carlotta e Carlotta", divorato nella collana Gaia Junior che ha ispirato un film (o più di uno?) che ogni tanto, alla mattina, d'estate, passano ancora. Di Brandon e Brenda abbiamo già detto, e poi, ovviamente ci sono Qui, Quo e Qua e oggi mi chiedo se Cip e Cip siano gemelli... Le sorelle di Marge Simpson sono gemelle e pure due bambine della scuola, quelle con i capelli viola (ma non ne ricordo i nomi). Ho pensato che dovessero esserci almeno due gemelli in Settimo Cielo così sono andata a controllare su web e, in effetti, ci sono. La narrativa e la bloggeria in rete abbondano di gemelli più o meno noti tra cartoons, manga, film, serie tv dagli anni '80 ad oggi. Senza dimenticare per carità, le gemelle di Shining che, nel testo originale erano solo sorelle, ma può darsi che sia stata loro attribuita la gemellarità per giustificare meglio lo "sbroccamento" di chi le ha uccise.Guardando un po' alla narrativa contemporanea, infatti, i gemelli hanno un posto di prestigio già nei cartoni animati per piccolissimi per interpretare ruoli particolarmente "da rompi palle". In Peppa Pig, le gemelle di Zoe Zebra frignano per partecipare al pigiama party; sono un po' meglio Rosie e Robbie Coniglio che nascono prima ancora che papà Coniglio riesca a posteggiare l'auto. Ed è una bella metafora sulla presenza dei papà nella riproduzione delle specie, con un piccolo eufemismo sul parto, ma del resto, sono conigli. Le mie preferite, adesso, sono le gemelle piccole della principessa Holly (del Piccolo regno di Ben e Holly) che con le loro bacchettine magiche combinano marachelle a più non posso (tipo trasformare la tata in una bambola) e strillano in continuazione.Mi ha commosso, invece, scoprire recentemente che Trilli (la fatina di Peter Pan) ha una gemella segreta: è ne "Il segreto delle ali", lungometraggio d'animazione del 2012 visto a Natale grazie a mia nipote. Si chiama Pervinca e vive in un meraviglioso regno di ghiaccio. La forza del legame tra le due sorelle farà sì che possano incontrarsi. Insomma non tutti i gemelli vengon per nuocere.

mercoledì 26 marzo 2014

Dove sono i bambini a Manhattan?

Mi è tornata in mente una considerazione che avevo fatto cinque anni fa, la prima volta a New York, quando l'idea di diventare mamma non era neanche nel più recondito angolo del mio cervello. Viaggiando in metropolitana e passeggiando per le strade di Downtown e Midtown  avevo pensato, chissà come mai, che si vedevano pochissimi bambini. Pochi passeggini, pochi piccoli per mano tra le tantissime (una quantità incredibile per una in arrivo dalla remota provincia italiana) persone in movimento per andare e tornare dal lavoro, fuori dagli uffici per un lunch di fretta, a caccia di taxi gialli per tornare a casa.
Senza scomodare la sociologia e la demografia della Grande Mela, ho pensato semplicemente che alcune zone di Manhattan (quelle che frequentavo in particolare) non sono "adatte" ai bambini e in particolare ci sono grandi aree non residenziali, ma riservate ad uffici e servizi. E che pure a Manhattan ci sono dei posti super per i bambini: dai parchi alle zone residenziali Uptown, alle piste di pattinaggio, da Toys 'R' us a Fao Shwarz (che però, più che pieni di bambini, sono pieni di turisti).
Allora, che ero giovane, ho pensato comunque che uno, se può, sceglie dove farli vivere i propri figli, valutando diversi aspetti: dai servizi disponibili, alla qualità dell'ambiente. Fatto sta che oggi, ripensandoci, sono sono contenta che i miei bambini crescano in una piccola città di provincia dove conosciamo tante persone, dove possiamo scendere dal  marciapiede senza essere sicuri di venire investiti, dove la bibliotecaria è stata la mia maestra del doposcuola, l'impiegata dell'anagrafe non ha bisogno di chiederci il cognome e dove posso lasciare un bambino addormentato nella panetteria delle mie amiche e andare dal macellaio di fronte con l'altro per mano. Certo, non avremo grande scelta quando andremo al  cinema o non potremo frequentare una scuola elementare bilingue, ma il problema si porrà un po' più in là.
Ps. la bella foto l'ha scattata il mio bravo consorte.

sabato 22 marzo 2014

Cara futura mamma


Ieri era la giornata mondiale della Sindrome di Down. Scrivo questo oggi perché ieri non ne ho avuto il tempo e perché alla fine, con la giornata di... non si esaurisca tutto. Questo spot è molto bello ed emozionante. E' ben riuscito dal punto di vista della comunicazione ed emotivamente efficace. Quest'anno la giornata mondiale della Sindrome di Down si è rivolta proprio alle future mamme, a quelle che si scoprono in attesa di un bambino affetto da trisomia 21 (e oggi accade molto prima di tanti anni fa) e che immaginano quale futuro potrà avere il loro figlio.
Da parecchi anni, con gli screening prenatali di prassi, la trisomia 21 può essere individuata molto precocemente: lo screening indica un grado di possibilità che, nel caso, fornisce l'indicazione di effettuare più approfonditi esami (come l'amniocentesi). Ogni futura mamma, oggi, si trova per un momento della sua gravidanza a confrontarsi con il tema della Sindrome di Down. Nel caso dei gemelli, poi, la situazione è un po' particolare perché l'attendibilità del tri-test è inficiata dal fatto che i dati  raccolti con il prelievo di sangue non possono essere "associati" ad un feto piuttosto che all'altro, mentre le misurazioni della translucenza nucale, comunque, sono eseguite su ciascun futuro bambino. Ciò rende il test relativamente meno attendibile. Credo che, essere meglio informati su che cosa comporta avere un cromosoma in più, faccia comunque bene a tutti e questo video è un buon modo per farlo, per scoprire che, i ragazzi affetti da Sindrome di Down possono fare proprio un sacco di cose come gli altri.

mercoledì 19 marzo 2014

Auguri papà e grazie

Auguri papà e grazie
perché ci porti in bicicletta e sull'auto decappottabile
perché ci fai andare sul cavallo a dondolo e su quello vero
perché dalle tue spalle vediamo il mondo in un'altra prospettiva
perché ci hai insegnato a scendere dal divano senza battere la testa
perché quando torni a casa è così bello "gattonarti" incontro
perché ci fai giocare nell'acqua al mare, in piscina, nella bacinella e nel bidet
perché ci hai fatto assaggiare la Coca cola, i wafer e il panettone
perché ci fai volare in alto e mai cadere
Auguri papà per la tua festa e se cambiassi qualche pannolino in più e imparassi a mettere su la lavatrice, ti direbbe grazie anche la mamma.

lunedì 17 marzo 2014

Domenica in bicicletta

Ero terrorizzata, ok? Saranno passati almeno 7 anni dall'ultima volta che inforcavo una bicicletta e adesso, ripartire, con quel seggiolino con appeso il bene più prezioso (almeno il 50% del capitale) della mia vita, mi faceva abbastanza paura. L'altro 50% era "al sicuro" con il papà a sfrecciare per le vie della città, per fortuna di domenica mattina, semi-deserte. Io non mi sono mai spostata volentieri in bicicletta, soprattutto in zone urbane. L'uso del velocipede risale all'adolescenza e alle scampagnate fuori porta.
Allora, per dare qualche risposta al mio terrore, per prima cosa, siamo andati  da Decathlon a comprare un piccolo casco. Il bimbo tester dormiva come un sasso e quindi l'abbiamo provato un po' così. Quando glielo abbiamo infilato da sveglio, invece, ha subito cercato di scagliarlo ad una distanza siderale. Idem con gli occhiali da sole.
Poi abbiamo fatto un giro di prova prima della passeggiata pomeridiana con i nostri amici e altri bimbi sotto il sole dei 25 gradi record della nostra città. Abbiamo pedalato per chilometri ed, effettivamente, come quelle cose che non si disimparano mai, ci riprendi subito la mano anche se devi controllare che il passeggero non perda il suo gufo-oggetto di transizione (che è stato prontamente legato per una zampa al manubrio).
E poi, immediatamente, tu automobilista incallito, desidereresti che tutta la città fosse una pista ciclabile. Che sparissero tutti i veicoli a motore ed, eventualmente, anche i pedoni a gruppetti e le bici in marcia nel senso opposto dove la pista ciclabile c'è, ma è troppo stretta.
Oggi, invece, è il giorno in cui fare il conto con il fatto che, fra 30 giorni esatti, spegnerai 30 candeline. Lo conferma ogni muscolo del corpo, dal collo alla punta dei piedi.

venerdì 14 marzo 2014

Strani giochi sull'Arca di Noè

L'asilo nido comunale della mia città propone, un pomeriggio a settimana, per i bimbi che non lo frequentano regolarmente un'attività chiamata "L'Arca di Noè". I bambini (dai 6 mesi in su) insieme ai genitori o ai nonni, possono trascorrere un paio d'ore all'asilo e sono proposte alcune delle attività didattiche della normale programmazione.
E' qui che abbiamo conosciuto il "Cestino dei tesori", di cui tanto si scrive e si legge. Per chi non lo sapesse, brevemente, è un cestino pieno di oggetti che i bambini possono esplorare. Generalmente sono oggetti di materiali naturali e che si possono trovare comunemente in casa o fuori: dagli anelli delle tende in legno, alle pigne. Il cestino può contenere anche pezzi di stoffa di diverso tessuto (velluto, pelle, tulle, lana), pezzi di carta e di cartone, oggetti di metallo come catenelle, portauovo e il già citato in un precedente post sui giochi, l'amato tubo della doccia. Il cestino dei tesori stimola l'attenzione dei bambini, li aiuta a sperimentare nuovi oggetti attraverso la coordinazione occhi, mani, oggetto... bocca. Interessanti sono, in merito, le riflessioni di Elinor Goldschmied che approfondisce gli aspetti didattici del cestino.
Ma questo è soltanto uno dei sorprendenti giochi che abbiamo imparato all'asilo grazie alla direttrice Silvana Bo che ogni settimana, ci propone, oltre ad un ricco cestino dei tesori che tutti amano ritrovare, qualche attività diversa. 
La scorsa settimana, ad esempio, c'erano le bottiglie e i pennarelli. Da un sacchetto di stoffa sono spuntate decine di pennarelli colorati privati dell'anima (ormai scarica). E le bottiglie di plastica (quelle del latte o dei succhi di frutta con il collo largo) diventano magici contenitori in cui i bambini, di circa un anno, possono provare ad infilare, con precisione, i bastoncini colorati. 
Prima ancora c'erano state le scatole di latta con catenelle di metallo. Le catenelle, di varia misura, si trovano facilmente in ferramenta o nei fai da te. Le scatole di metallo possono essere quelle dei biscotti o del latte in polvere. E via con il concerto a mettere dentro e fuori le catenelle in un tintinnio tutto da scoprire.
In un altra occasione, invece, abbiamo giocato con  dei fazzoletti di tulle colorato (come quelli che vengono usati, talvolta, nei corsi di musica per neonati e lattanti) in un turbine di colori leggiadro dietro cui nascondere il viso o affondare le manine. 
Altro "gioco" particolarmente apprezzato è stato quello con le carte luccicanti delle uova di Pasqua. Colorate, rumorose, facilmente reperibili ed ideali per nascondere i bambini e far loro "cucù".

giovedì 13 marzo 2014

San Giuseppe, Modern family e le offerte di Amazon

Il tema della settimana, su siti e blog mammeschi, è quello della festa del papà. Si trovano mille idee regalo fai da te e altrettante proposte commerciali. Tra queste ultime mi hanno colpito in particolare quelle di Amazon che propone offerte speciali, per la giornata di oggi, fino alle 19. Ce ne sono per tutti i gusti: dagli attrezzi per il bricolage a quelli sportivi, dalle macchine fotografiche ad una tecnologica cornetta per la doccia.
Però, forse per la prima volta in vita mia, mi sono soffermata a pensare che, la festa del 19 marzo è quella di San Giuseppe. Sarà che fa parte del percorso di recupero "buoni rapporti" con i santi che ho intrapreso, ma mi è capitato di riflettere su quanto sia moderna la figura di San Giuseppe, padre agée di un bimbo non suo. Mi stupisce sempre trovare nelle storie più antiche elementi così "all'avanguardia", ma spesso ignorati dalla morale comune. Per non parlare di Elisabetta che benché sterile, ad un certo punto resta in cinta. Insomma, non ci avevo mai pensato, ma tutto questo potrebbe sdoganare, per gli integralisti più agguerriti (e cattolici), la fecondazione assistita e pure l'eterologa.
Chiusa la parentesi evangelica, passiamo a quella burocratica, con la polemica dei genitore1 e genitore2, che con tutti i guai dei genitori in questo momento, mi sembra proprio una questione di lana caprina. Insomma che problema ci sarebbe, dal punto di vista formale, a parlare di mamma e papà oppure mamma e mamma e papà e papà, oppure genitore e basta (va da se che sono 1 e 2)?
Modern Family insegna (per chi non l'avesse vista è una serie americana super divertente e intelligente, che racconta diversi "modelli" di famiglia).

martedì 11 marzo 2014

Idee regalo con un perché

Non è giorno di compleanni, anniversari o ricorrenze. Ma mi sono venuti in mente alcuni regali carini che ho ricevuto, (io e non i bambini) da quando sono mamma e che potrebbero essere utile spunto per altri. E una dimostrazione del fatto che, osservando e ascoltando il prossimo, si riescono a fare, sempre, regali azzeccati.

1. Una crema mani super emolliente. Dono, senza occasione particolare, di mia cognata che ha notato come, nei periodi più freddi, le mie mani fossero particolarmente screpolate a forza di spingere il passeggino dimenticando i guanti.
2. Una giornata alle terme (poi mai utilizzata, ma come si dice, è il pensiero che conta), da parte del papà per il MIO primo compleanno da mamma.
3. La bicicletta con il seggiolino. Questa, bellissima, è arrivata per Natale da parte del papà e per ora la sta collaudando lui...
4. I doni della nonna, mia mamma, che per me sotto l'albero
ha messo un completino intimo nero insieme a due grembiulini colorati tipo quelli che usano le puericultrici o le maestre all'asilo nido per non macchiare i vestiti. Robe che mai più avrei pensato di indossare.
5. Un aggeggio per massaggiare i piedi di sotto. Regalo dei miei geniali suoceri che avevano intercettato le mie lamentele di male ai piedi.

lunedì 10 marzo 2014

Una, due, tre, quattro pizze!

La pizza, surgelata, a domicilio, o in pizzeria, è uno degli alimenti più consumati dai neogenitori nel primo anno di vita dei figli. Inutile indagare sulle ragioni: pratica, veloce, buona, pronta, si mangia con le mani, anche in piedi. L'idea di mangiarla in pizzeria, tutti e quattro, però, può richiedere più di un tentativo prima di andare a buon fine.
La prima volta che siamo andati in pizzeria con i twins era aprile dell'anno scorso. Non avevano ancora tre mesi ed infatti era pieno periodo di coliche per il bimbo. Così è successo che mentre lei dormiva beata, il papà ha mangiato la pizza e io ho passeggiato il bimbo urlante fuori per strada. Poi ci siamo dati il cambio ed ho mangiato io la pizza tiepida, perché gentilmente la cameriera l'aveva riportata vicino al forno.
L'immagine è tratta dalla App Baby Chef
La seconda volta che siamo andati in pizzeria avevano 7 mesi: la bimba è stata nel passeggino e a forza di dondolarla con il piede si è addormentata. Il bimbo, invece, è stato in braccio un po' uno e un po' all'altro. Ha fatto conoscenza con uno dei suoi alimenti preferiti e anche un po' di esperienza con il pericolo: quando gli ho dato un pezzo di bordo ustionante, me l'ha lanciato contro con uno sguardo di riprovazione.
La terza volta che siamo andati in pizzeria, ad 11 mesi, siamo entrati alle 21 e usciti alle 21,30, dopo aver mangiato tutto. I  gestori del locale ci hanno dotato di due graziosi seggioloni e anche di parecchi giochini colorati di legno. Ma non c'è stato verso. Hanno lanciato pezzi di pizza e giochini di qua e di là e fatto il diavolo a otto. La quarta volta che siamo andati in pizzeria, pochi giorni fa, siamo quasi riusciti a mangiare decentemente. La bimba, in piedi nel passeggino s'appoggiava al tavolo e mangiava pane-pizza (dopo aver rifiutato la pappa che avevo preparato per cena). Lui, su un bel seggiolone di paglia e legno
, ha smangiucchiato, conquistato un paio di cameriere e poi s'è messo a gattonare per il locale.  Nel frattempo il pavimento era coperto di briciole come coriandoli.
Ah, abbiamo alternato le pizzerie perché ogni volta io mi vergognavo un po' a tornare...

domenica 9 marzo 2014

La doppia preferenza di genere

Ieri era il giorno dell'emotività, delle mimose, delle mostre, delle manifestazioni. Oggi, invece, vorrei sottolineare un elemento concreto che, forse, favorirà la presenza femminile negli organi amministrativi locali.
E' la doppia preferenza di genere che consente di esprimere due preferenze (invece che una) a patto che la seconda vada ad una persona di sesso diverso dalla prima. Insomma, così non si dovrà scegliere se votare un uomo o una donna, si possono votare tutti e due.
Di cosa si tratta, lo spiega nello specifico il sito della Camera dei deputati:

 La legge 23 novembre 2012, n. 215, ha introdotto disposizioni volte a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali.
Viene in primo luogo modificata la normativa per l’elezione dei consigli comunali.Per i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, la legge, riprendendo un modello già sperimentato dalla legge elettorale regionale della Campania,  prevede una duplice misura:
  • la cd. quota di lista: nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore a due terzi; peraltro, solo nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti il mancato rispetto della quota può determinare la decadenza della lista;
  • l’introduzione della cd. doppia preferenza di genere, che consente all’elettore di esprimere due preferenze (anziché una, come previsto dalla normativa previgente) purché riguardanti candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.
Per tutti i comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti è comunque previsto che nelle liste dei candidati è assicurata la rappresentanza di entrambi i sessi. 

Una ulteriore misura volta a favorire la parità di genere nella politica è stata introdotta dalla legge di riforma del finanziamento della politica che prevede la decurtazione del 5% dei contributi per i partiti che presentano un numero di candidati del medesimo sesso superiore ai due terzi del totale. La disposizione si applica alle elezioni politiche, europee e regionali (art. 1, comma 7, L. 96/2012).

Anche quest'ultimo passaggio "punitivo" è interessante. Non so quali effettive ricadute questa normativa possa avere, certo è che, a cambiare le cose, almeno ci stiamo provando. 

venerdì 7 marzo 2014

Auguri piccola donna

Cara Piccola donna, oggi, 8 marzo,
ti auguro di crescere in un mondo in cui non ci sarà più bisogno di parlare di quote rosa perché sarà normale che le donne siano là dove devono essere.
Ti auguro di innamorarti, quando sarà il tempo, di una persona che ti rispetti, sempre.
Ti auguro di diventare mamma un giorno e di non dover combattere (troppo) per conciliare famiglia e lavoro, carriera e affetti.
Ti auguro di non vedere mai una scena come questa (Enrico Lucci e le battute sessiste a Maria Elena Boschi) perché dopo c'è sempre tempo per le spiegazioni ma le stupidaggini non si cancellano.
Ti auguro di vedere più scene come questa (Valentina Raffaele imita Maria Elena Boschi) perché dimostra che, anche quando vogliono prendersi in giro, le donne sanno essere molto brave.
Ti auguro di non dover mai, in nessun luogo, in nessun momento, aver paura per il fatto di essere femmina.
Ti auguro di non dover mai pensare "se fossi un maschio, sarebbe meglio".
Ti auguro di annusare tate mimose, perché hanno un profumo buono e ci ricordano un giorno importante.

giovedì 6 marzo 2014

Cose rotte

Un po' per la sua particolare vocazione terremotesca, un po' per distrazione dei presenti (quasi sempre la mamma, ma anche un po' il papà, ndr), ma il mio bimbo ha già estratto un piatto di ceramica dalla lavastoviglie e l'ha scagliato a terra; ha fatto cadere l'umidificatore in terracotta che era attaccato al termosifone; mandato in frantumi il calendario Maya calamita souvenir del nostro viaggio in Messico, l'ultimo da coppia. Ha rotto la spina del baby monitor: ha tirato il trasformatore fino a spezzare uno dei due perni che si infilano nella presa. Ha fatto cadere dal tavolo un bicchiere di vetro e dulcis in fundo, ha staccato, a forza di tirare, una stanghetta degli occhiali della nonna.
Però, oggi, dopo aver gettato nel water la gabbietta igienizzante, devo dire che mi ha aiutato: ha tirato fuori tutti i panni dall'asciugatrice. Ieri, invece, si era cimentato in cucina con la scorta delle patate: gentilmente le ha private di tutti i germogli.
Lei, invece, che sorniona lo guarda nelle sue marachelle e ne ride, ha solo disintegrato un'ape adesiva di carta che era attaccata al muro sopra il lettino... troppo a portata di mano.




mercoledì 5 marzo 2014

Gaia De Laurentiis: "Ho un marito figo e faccio le torte"

E' la seconda volta, da quando sono mamma, che mi capita di intervistare un'attrice-mamma e che durante la chiacchierata viene fuori il tema della maternità. E' successo qualche mese fa con Elena Santarelli (il post è qui) e di nuovo con Gaia De Laurentiis che, appena ha risposto al telefono, mi ha detto: "Sì parliamo pure adesso che ho solo un bambino in casa". Già perché di figli lei ne ha 4. Con tre padri diversi. Una Supermamma a cui poi, a margine dell'intervista (è protagonista in teatro del Girotondo di Arthur Schnitzler), ho chiesto come fa a conciliare i due mestieri. "Ho un marito figo - mi ha risposto - che si sobbarca anche due figli non suoi e con amore. Non so se sarei in grado di fare altrettanto, in tutta onestà. Non a caso non ho mai avuto una storia con uomini con figli. Quello di attore è un mestiere che ti offre tante cose per la famiglia. A fronte di periodi molto intensi, poi ci sono periodi in cui... si fanno torte. Inevitabilmente, anche negli anni più pieni di lavoro, non hai la solita settimana. Puoi lavorare la sera di capodanno, ma poi essere libera in altri momenti come le feste a scuola dei bambini".
Il trucco sta nell'organizzazione "Ci si può organizzare, nei limiti del possibile. Sapendo con molto anticipo, si riescono a pianificare le cose. Mi è capitato di far mettere su un contratto uno specifico giorno libero. Nessuno lo sapeva, ma era il compleanno di mio figlio e così ho potuto essere presente alla sua festa.  Poi i bambini se non li opprimi con il tuo lavoro, non glielo fai pesare in casa, a sorpresa sono i tuoi primi fan. Capiscono, comprendono molto più di quanto tu non creda a patto che la figura di attrice non sia prevalente su quella di mamma". 


Il resto dell'intervista, in cui racconta, tra l'altro, come sarebbe più facile sposarsi "tra donne" (non ci fosse di mezzo il sesso) è su La Stampa (edizione Cuneo), di oggi. 

martedì 4 marzo 2014

Gemello, quanto mi costi?

Oggi sono un po' di cattivo umore e infatti mi è venuta un lista tignosa. Quella degli svantaggi economici di avere due gemelli.

1. Acquisti doppi. Servono, subito, due culle, un passeggino doppio, o due passeggini, due ovetti. Poi due lettini, due seggiolini auto (o quattro se si pensa di trasportare i bambini su più di un auto). Due seggioloni. Eventualmente un passeggino singolo in più per muoversi separatamente. In alcuni casi è necessario anche acquistare un'auto più grande o... cambiare casa. (tutto sperimentato in prima persona).
2. Spese correnti doppie: consumo di latte e pannolini è, ovviamente, doppio. Con un incremento esponenziale della spesa.
3. L'asilo nido: quello comunale applica al secondo gemello uno sconto del 25%, i baby parking privati del 50%. In ogni caso è un esborso, in una botta, che può arrivare tranquillamente a 700/800 euro mensili.
4. Farmaci. Ammesso che si ammalino tutti e due nello stesso momento, della stessa malattia. Consumano anche il doppio di farmaci: un botticino di fermenti lattici, a noi, ci dura 3 giorni.
5. Le vacanze, ok, questo è un lusso, ma ieri mi sono fatta fare un preventivo per un villaggio turistico con un miniclub per bambini da 4 mesi a 2 anni (a pagamento). Il costo è di 320 euro a bambino per una settimana. Che moltiplicato per 2 fa 640 euro, quasi la cifra che basterebbe per offrire l'intera vacanza ad una persona  in più.
7. I vestiti. I gemelli non si possono passare i vestiti. Noi abbiamo già il vantaggio che la bambina, più bassetta, si becca, oltre a tutto quello che è unisex, i pigiamini azzurri che a suo fratello non vanno più. Ma tant'è.

Ora, mi si può obiettare che, anche nel caso si abbiano due bambini, di età ravvicinata, le spese sono rilevanti però, almeno qualcosa si può riciclare: dalla culla al passeggino, dal seggiolone ai vestiti. E poi, tirare fuori 400 euro per l'asilo nido al mese adesso oppure 400 tra due anni non è come tirarne fuori 700 tutti in un colpo.
Il senso di tutto ciò, a parte incanalare il mio malumore, è quello di sottolineare come le agevolazioni per le famiglie con gemelli siano davvero poche.
Ne faccio alcuni piccoli esempi: per la maternità non c'è niente di doppio tranne le ore di allattamento (che io, ad esempio, non ho goduto in quanto non titolare di un contratto di lavoro subordinato). La piscina ci fa uno sconto sul secondo gemello del 10%. Alcune catene di negozi di puericultura e per bambini propongono delle tessere gemelli con sconti di circa il 10% sul non food. E fu così che rinunciammo al corso in piscina e pure alla vacanza relax.
Immagino che, poiché le famiglie con gemelli sono una categoria ristretta e politicamente poco rilevante, nessuno ha mai preso seriamente in considerazione il problema cercando possibili soluzioni e individuando misure specifiche. Oppure sono io che, nel tempo delle agevolazioni per tutti, pretendo troppo.


lunedì 3 marzo 2014

Lista dei "non giochi" indispensabili nei primi 13 mesi

Ho letto
- la lista delle 42 cose che cambiano diventando genitori...ma solo 42?
- la lista delle 10 cose da non dire alle mamme al parco
- la lista delle 10 cose assolutamente inutili per un neonato
e ne ho lette tante altre. Ho già fatto anch'io un paio di liste in questi mesi. E poco fa, mentre facevo la doccia, (un lusso, incluso nelle 42 cose cambiate nell'ultimo anno), m'è venuta in mente la lista dei 10 giochi, ma soprattutto dei non giochi che per noi sono stati indispensabili in questi 13 mesi.

1. Le chiavi: il mazzo delle chiavi di casa sventolato sull'ovetto fin'da quand'erano piccini, adesso è ancora un un utile intrattenimento in macchina, al bar, ogni volta che la borsa è a portata di mano.
2. Le bolle di sapone. Non sono adatte a quest'età, ma sono magiche. Placano anche i capricci più disperati, distraggono dalla peggiore fame.
3. Le lettere di legno. Una zia creativa, quand'erano piccolissimi, ci ha regalato le lettere in legno della Sevi per scrivere i nomi dei twins. Erano state provvisoriamente appese ad una lampada davanti alla finestra. Sono diventate il nostro test del dolore: dopo una caduta o una zuccata, si va dalle lettere. Se cercano di prenderle, entro pochi secondi, allora niente di grave.
4. Una scatola di Tic-Tac. Sigillata con lo scotch è una maracas da borsetta. Poi quelle colorate piacciono anche di più.
5. I coperchi delle pentole. In questo caso i twins si sono serviti da soli con buona pace del vicino di sotto a cui rimbombano in testa i loro concerti.
6. Il tubo della doccia. Una passione da quando è stato trovato nel "cestino dei tesori" dell'asilo nido.
7. Utensili da cucina. Il cucchiaio di legno, il pettine per gli spaghetti.
8. I coperchi degli omogenizzati. Quelli di metallo, da leccare e rigirare tra le mani appiccicaticce e poi particolarmente apprezzati quelli arancioni della linea Sapori di Natura Plasmon.
9. Una torcia. Noi usiamo quella dell'Ikea che si ricarica a manovella: la luce proiettata sul muro o sul pavimento è una grande attrattiva.
10. Il cane. Un peluche che si muove in modo imprevedibile, morbido e bavoso. Noi siamo fortunati ad avere a disposizione di tanto in tanto Tata Grace, un dolce e paziente Basset Hound.


giovedì 27 febbraio 2014

Vaccini: nel dubbio (serio) una canzoncina (stonata)


Vaccini. E' il tema con cui quasi tutte le mamme si scontrano già al terzo mese di vita dei pargoli. Ci si informa, si legge tutto e il contrario di tutto. Io ho spiluccato qua e là. In sottofondo echeggiano le teorie per cui c'è il rischio di autismo e malattie gravi, i casi più o meno incredibili, forse le coincidenze. Lo so. Il dibattito è enorme. Non pensarci? Impossibile. Conosco genitori che avevano deciso di non procedere con i vaccini, e sono stati convinti dai medici dell'Asl, tanto da vaccinarsi anche loro. Io ho chiesto solo un consiglio, alla pediatra di fiducia. M'ha detto che, come mamma, al tempo, i suoi figli li ha vaccinati e come nonna non si è opposta alla vaccinazione delle nipotine.
Non posso dire che non ho dubbi, ma ho agito secondo quanto il buon senso m'ispirava. E anche pensando al fatto che ci sono dei bambini non vaccinati (e anche degli adulti) e dunque alcune malattie che ci suonano dimenticate, potrebbero tornare a circolare. Non sarà frequente, ma insomma, ne basta un caso a complicare o addirittura mettere a rischio una vita. Difterite, tetano, poliomielite, epatite B, purtroppo sono ancora parole che fanno parte del nostro vocabolario, non possiamo dimenticarlo.
Diverso è il caso delle reazioni. Queste sì vorrei evitarle. I miei bambini, alle prime due dosi, non hanno avuto particolari conseguenze. Alla terza, invece, per entrambi, grossi bozzi sulle gambe, un po' di febbre e una settimana di "rugne" extra.  Non si tratta di conseguenze gravi, fortuna nostra, ma in un equilibrio già precario, ogni "effetto collaterale" complica la vita e aumenta il numero di notti insonni, specie se il richiamo arriva in inverno, tra un malanno e l'altro. Anche per quanto riguarda gli effetti indesiderati, le esperienze sono molto varie: c'è, tra le mamme, chi non se ne accorge neanche e chi vive il momento dell'iniezione (e soprattutto i suoi postumi), come un incubo. Ecco, il "modus" dell'iniezione, invece, mi ha colta alla sprovvista, la prima volta. Io, che detesto e aborro le siringhe, immaginavo la "classica" puntura nel sederino: invece quegli aghi conficcati nelle coscette, uno dopo l'altro, mi hanno proprio lasciata di stucco.
Piccola parentesi dedicata alle bi-mamme che, come me, vivono un po' male il momento del vaccino. Piena solidarietà per doverselo "beccare due volte di seguito", lasciando il primo bimbo punturato alla persona di fiducia che ci ha accompagnati. E dover riaffrontare l'esperienza con l'altro. Io, per distrarre loro e me, canto una canzoncina, con buona pace di medici e infermieri che si sorbiscono le mie stonature.

Mamme rock star

La mia amica R. qualche giorno fa mi ha inoltrato questo sms virale che mi ha fatto sorridere. C'erano anche delle carinissime Emoticons, ma qui non riesco a riportarle. Non so di chi sia il copyright (forse era in uno spot della Avent), ma non voglio fregare l'idea a nessuno. Però condivido.

Perché essere mamma è un po' come essere una rock star!
1) il tuo nome è sempre urlato, mai semplicemente detto
2) c'è sempre qualcuno che ti tira i vestiti
3) i fan ti seguono persino in bagno
4) la tua occupazione principale consiste nell'intrattenere degli scatenati che si contorcono
5) alla fine della tua giornata lavorativa, sei sudata e con i capelli scompigliati
6) strillare è parte del tuo lavoro
7) se fai bene il tuo lavoro, le persone ti chiederanno quando farai il prossimo
8) guidi sempre con un sacco di persone in auto 
9) tutti i giorni ti capita di domandarti: "sto sognando o è vero quello che ho appena visto?"
10) ogni notte c'è una persona diversa nel tuo letto. A volte anche due!
Manda questo messaggio a 5 mamme super impegnate come ho fatto io e le farai sorridere!

lunedì 24 febbraio 2014

Ti auguro di avere due gemelli

Quasi un anno fa, durante una estenuante passeggiata a caccia di ciottoli e selciati in grado di placare le coliche del bimbo, mi ha fermato, tra le tante, una signora di una certa età. Una turista che, oltre a complimentarsi per i bambini, mi ha detto: "Al mio paese, in TosCana, se vuoi augurare del male Che so, ad un tuo vicino di Casa, gli dici ti auguro di avere due gemelli!" Ho sorriso a denti stretti e ho pensato: "che commento sgradevole". Mi è tornato in mente ieri perché un'amica m'ha riferito che un gemello (che abita in Trentino) le ha raccontato di come sua madre, quando se la prendeva con qualcuno, gli augurava figli gemelli. Ecco, stavolta non mi sono scomposta. Se nei primi mesi avevo la speranza che le cose migliorassero, in quest'anno ho capito che fare la mamma di gemelli è faticoso, sempre. Quando (?) non c'è l'impegno fisico, c'è quello psicologico. Quando non c'è uno a cui badare, c'è l'altro (ed eventualmente ti sentì in colpa per aver ammollato quell'uno da qualche parte). Quando uno ha un problema o è malato, spesso, lo è anche l'altro. 
Capisco che come detto popolare o come maledizione personale quella dei gemelli possa funzionare. E confesso di averlo pensato anche io ogni tanto, soprattutto rivolto a quelle mamme che ti dicono: ti sei tolta il fastidio, con una sola fatica ne hai due, poi non ci pensi più. Non è proprio così. E credo davvero che soltanto chi abbia due figli gemelli possa capire fino in fondo che cosa significa. Ne ho avuto conferma oggi entrando in un gruppo di Facebook che bandiva le mamme di figli di età vicine che "è quasi come fossero gemelli". 
Quello che ho notato è che tra le mamme di gemelli s'innesca un'empatia immediata: quando una mamma di gemelli ne incontra un'altra (facilmente individuabile dal carico del passeggìno) le rivolge uno sguardo, un saluto, un sorriso o si ferma a fare due chiacchiere. Anche io non resisto,  anche quando non sono con i twins. Anche in rete, i gruppi dedicati alle mamme di gemelli sono molto solidi e affiatati. E nelle parole delle altre bi-mamme, on line o da vivo, si coglie l'unicità di quest'esperienza. Nelle coccole raddoppiate, nelle foto divertenti, negli abbracci giganti, nelle mani che si cercano, nelle tutine coordinate, nei dispetti e nelle corse insieme, c'è la meraviglia di essere subito in tanti. Dunque, io se devo prendermela con qualcuno, non gli auguro di avere due gemelli, ma almeno tre! 


sabato 22 febbraio 2014

Mamma che musica!


In principio fu il cd della colonna sonora di Amélie, amato odiato film francese, accompagnato dalle note del meraviglioso e bistrattato (quanto lo usano per i servizi di Studio Aperto!!) Yann Thiersen. Allora c'era il pancione e le mie musiche preferite, che facevo ascoltare, di tanto in tanto, come sottofondo nella casa in cui i twins sarebbero venuti a vivere. Poi c'è stato il Notturno di Chopin (perché su Youtube ce ne sono un paio di belle versioni che durano due ore): i nani erano piccolissimi e, di giorno e di notte, sembravano apprezzare anche se, soprattutto di notte, l'"esecuzione" veniva interrotta da uno (o dall'altro) urlo di fame. Indispensabili sono state le pecorelle (sostitute delle apine) da sistemare sopra la culla, anche qui, il motivetto era quello di Brahms. Con il buio, però, i colorati animaletti perdevano un po' del loro fascino. Allora ho cercato alcune App per l'Iphone e l'Ipad, indispensabile che funzionassero in loop: siamo passati attraverso ore e ore di Fra Martino Campanaro e della Ninna nanna di Brahms in svariate versioni, più o meno squillanti. Poi altre note o meno note lullabies. Ho scaricato e usato Baby's music box, La ninna nanna e Baby Music. Ho installato anche Radio4baby ma con la riproduzione casuale non l'ho utilizzata molto. Poi è arrivato il turno del più "impattante" Relax melodies: una App che propone suoni della natura da mixare insieme o ascoltare singolarmente: dalla pioggia alle onde, dalla pioggia intensa a quella che cade in città, suono di vento e pure di farfalle. Ma il top è, con il simbolo di una carrozzina, l'Humming, voce di donna che mugugna l'intramontabile ed efficacissima litania di Brhams. In estate, questo strumento è stato una mamma per far addormentare i bambini nel loro lettino. Con l'autunno, la situazione si è incupita, e nella hit parade delle ninne è entrata Fate la nanna coscine di pollo. Io e la zia l'abbiamo imparata a memoria, vista l'efficacia dimostrata, soprattutto sul maschietto. Due o tre giri ed era steso. Nella cameretta è arrivato la lampada musicale della Chicco con una gradevole selezione musicale (e niente Brahms, finalmente) e  di suoni della natura. Per rendere più accattivanti le luci colorate proiettate sul soffitto, abbiamo comprato in un negozio di elettronica un aggeggio per far ruotare lampade e palle stroboscopiche e con un po' di fai da te l'abbiamo montata su.
Di giorno, invece, Spotify è una manna dal cielo per offrire colonne sonore abbastanza varie ai giochi. In macchina non siamo ancora abbastanza attrezzati: io ho un paio di cd che avevo trovato in regalo con un giornale, un po' di classica e di canzonette, mentre con il papà tocca che si sorbiscano sigle di vecchi cartoni animati. Presto saranno più esigenti. Già ci tocca imparare a memoria le canzoncine dell'asilo nido: quella con le manine "di qua e di là" la usiamo anche, in imperdibili duetti mamma-nonna, mamma-zia, per convincerli a mangiare la cena. Degli strumenti musicali che stanno invadendo irreparabilmente la nostra casa, invece, dirò poi nello specifico. E' il potere della musica.

Ps. Ho dimenticato la parentesi  You are my sunshine: ho cominciato a canticchiarla somministrando biberon notturni per non addormentarmi quando erano piccolissimi ed è diventata magica. Ancora adesso quando piangono e inizio a cantarla si stoppano e mi guardano. Funziona anche in macchina: quest'estate mentre tornavamo dalla pizzeria l'ho fatta sorbire, stonatissima, a mia cognata e mia nipote per almeno 7 chilometri, ma nessuno piangeva, finché cantavo.

Ps2. A me il ritornello della canzone di Arisa era rimasto subito in testa, come nella migliore tradizione sanremasca....

giovedì 20 febbraio 2014

Santi nomi


Il 21 febbraio è santa Eleonora, l'onomastico della mia bambina e della mia nonna. Nella mia famiglia non si è mai dato gran peso agli onomastici: sarà perché né la santa che porta il mio nome, né quella con il nome della mia mamma sono sul calendario. Fatto sta che non c'era molto da celebrare. Così mio papà, Pietro, lui sì che il santo ce l'ha, non appena sono nati i gemelli si è affrettato a segnare sul calendario le date degli onomastici e ad Eleonora ha fatto gli auguri già due giorni in anticipo.
Mi è tornato così in mente il momento della scelta dei nomi dei miei figli. Sembrava facile. Da ragazzina immaginavo che da grande i miei bambini li avrei chiamati Lorenzo e Lucrezia. Lorenzo come Jovanotti. Lucrezia come una bambolina con un vestitino viola che avevo battezzato così quand'ero bambina e un po' snob. Con la notizia dei twins, però il castello dell'infanzia (e pure quello dell'adolescenza e pure gli ultimi strascichi di gioventù), è crollato. Ci volevano dei nomi speciali per quei bambini in arrivo. Allora è iniziata la ricerca. Siccome ero convinta che fossero due maschi, ho iniziato a cacciare tra i nomi maschili: difficilissimo. Ci voleva qualcosa che sapesse di famiglia e poi nomi brevi, perché già immaginavo il fiato sprecato a richiamare e rimproverare un Massimiliano o un Alessandro. Sì che all'occorrenza si abbrevia, ma anche questa, nella mia famiglia, non è una pratica diffusa. E poi volevo dei nomi che comunque piacessero anche ai nonni e alle zie: come chiedere poi loro di cambiare pannolini e sorbirsi le urla di pupi con nomi non approvati? Non sono di quelle che tiene segrete le consultazioni, è stato un processo in divenire, ma ho fatto di testa mia. Come spesso mi capita nelle scelte importanti, all'improvviso, nella confusione hanno fatto capolino due nomi. Pietro, quello di mio padre, e di suo nonno. Arturo, il nome del bisnonno paterno e del protagonista de "L'isola di Arturo" di Elsa Morante, uno dei miei libri preferiti, nel programma dell'ultimo esame dato all'Università. Ovviamente ho consultato il significato dei nomi e ho scoperto che Arturo, in etrusco significa pietra, come Pietro. Quale migliore coincidenza. Con il papà abbiamo fatto un tentativo metodico per cercare eventuali alternative, spulciando su Internet la lista di tutti i nomi maschili possibili, ma abbiamo desistito alla lettera B: io avevo già la mia idea in testa e ottenuto il via libera.
Con i due nomi perfetti in tasca, ho assistito all'ecografia che svelò il dubbio: il secondo gemello era una bambina. Tutto da rifare. Già tutto, perché ormai c'erano di mezzo degli antenati e dei significati. Seguendo il filone family ho pensato ai nomi delle mie amate nonne: Eleonora e Maria Vittoria. Ho dovuto scartare il secondo: due bambini, con tre nomi, sarebbero stati davvero troppo. Il nome di Eleonora, però, era stato opzionato da mia cognata per un eventuale futura bambina. Che fare allora? Ho ripiegato (ma  mi piaceva un sacco) su Elisabetta, la nonna della mia mamma indispensabile a continuare una tradizione che vede susseguirsi cinque generazioni di nomi con l'iniziale "E" (e spille, anelli, ricami riciclati). Non ricordo esattamente quando, ma mancava poco alla data del parto e mia cognata ha ceduto: "Se vuoi chiamala pure Eleonora". Ecco, per fortuna, perché a questa bambina il nome Elisabetta non si sarebbe adattato proprio. Elisabetta doveva essere bionda, diafana e con gli occhi chiari. Eleonora è olivastra, riccia, castana e ha profondi occhi marroni.
Avevo pensato, anche, come molti futuri genitori, che avrei confermato i nomi nel momento in cui avrei visto i piccoli in faccia: non c'è stato tempo. La nascita di Arturo è stata seguita immediatamente da una battuta su Vidal: tra i ricordi della sala parto mi resta quello di una certa predominanza di juventini. Eleonora è arrivata poco dopo e tutto era già stabilito. Non ricordo in quale momento ho realizzato anche che le iniziali dei miei figli ricalcano quelle del mio nome e cognome, la sigla con cui, da sempre, firmo i miei scritti. Perfetto.

mercoledì 19 febbraio 2014

I bambini vedono, i bambini fanno


Ho visto, perché rimbalzava sui social network, questo video che comunica in modo efficacie qualcosa che tutti i genitori prima o poi sperimentano e su cui riflettono: i bambini fanno ciò che vedono. Di fronte a queste immagini, che circolano nel web già da qualche anno, ho pensato a due atteggiamenti dei miei figli che mi hanno un po' sorpresa (e fatto sorridere), ma che confermano quanto sopra. Il mio bimbo, a 11 mesi, ha preso un telefono giocattolo e se l'è portato all'orecchio, senza che nessuno glielo avesse mai insegnato, come abbiamo fatto invece, con il "ciao ciao" o il "batti le manine". L'ha visto fare talmente tante volte da noi grandi, che gli è venuto come "naturale". Oggi, la piccola, puntava il telecomando verso la tv (spenta) schiacciando i tasti. Ho sorriso, entrambe le volte. Poi ho pensato.
Come mamma so bene che ogni gesto, ogni parola che rivolgo ai miei figli, fin da piccolissimi, lascia un segno su di loro, come su una pagina bianca (la metafora è della mia saggia suocera). Accade anche con i gesti e le parole non diretti a loro, ma a cui assistono. Sappiamo che è così, ogni istante, ma ciò non ci impedisce di sbagliare. Ribadire il concetto con uno spot come questo, mi sembra utile. Me lo ribadisco anche da me, scrivendo queste righe come monito.

martedì 18 febbraio 2014

Domenica, piscina e Go Pro


Domenica siamo andati in piscina. Era la seconda occasione "invernale" per i bambini. Abbiamo rinviato così tante volte causa raffreddori e malanni vari. Quest'autunno avevamo pensato di partecipare (tutti e 4) al corso di acquaticità per bebè, che dopo la lezione di prova ci era molto piaciuto. Poi abbiamo desistito, fortunatamente. Purtroppo la piscina della nostra città offre una formula che risulta piuttosto cara per  due adulti e due bambini compresa una tessera annuale obbligatoria. Lo sconto del 10% per il secondo bambino non è un agevolazione troppo invitante e nemmeno il fatto di poter saltare e recuperare una sola lezione di quelle previste: con i bambini così piccoli e in inverno la possibilità di svolgere con continuità un corso del genere è praticamente nulla. Moltiplicato poi per due bambini, la statistica dice zero.
Comunque finalmente in piscina ci siamo andati, pagando, noi adulti, solo l'ingresso singolo.  A preparare i borsoni  e i bambini ci ho messo un'oretta.
Quando avevamo partecipato alla lezione di prova, i bambini avevano 7 mesi e li avevamo trasportati con le sdraiette indispensabili per consentire tutte le operazioni di vestizione degli adulti. Molto positivo è trovare nello spogliatoio delle donne (oltre al fasciatoio che c'è anche in quello degli uomini) un box per "piazzare" i bambini in un luogo sicuro e asciutto. Io l'ho utilizzato per la bambina, mentre il papà si è aggiustato da se con il maschietto che sta in piedi più volentieri.
I twins che al mare quest'estate facevano il bagno in mare quasi tutti i giorni e volentieri, ci hanno messo pochissimo a "ricordarsi" dell'acqua - a casa non abbiamo la vasca :-( - e hanno trovato a disposizione tanti giochini, palloni, tubi e salvagente per giocare. Poi, protagonista della nostra gita in piscina, è stata la Go Pro, la super videocamera con custodia impermeabile ci ha consentito di filmare i giochi e gli esercizi in acqua e di goderci le espressioni dei pupi nelle immersioni subacquee. Ah, questi genitori moderni! La foto in allegato è formata da due screen shot del video montati con un App per i collage fotografici (ad esempio Procollage o Picframe).