venerdì 28 marzo 2014

Non tutti i gemelli vengon per nuocere


La storia di Dylan (Luke Perry) e Kelly (Gennie Garth) che si mettono insieme davvero, alla faccia di Brenda, mi ha fatto tornare in mente che, nella serie cult della mia adolescenza c'erano dei gemelli. E che li avevo ignorati nella loro gemellarità, come tante altre volte mi è capitato nella vita vera, nei libri o nei film. Dunque, per la legge del contrappasso, mi merito tutto ciò. A ripercorrere la presenza dei gemelli nella mia vita non-reale, il primo pensiero va al meraviglioso "Carlotta e Carlotta", divorato nella collana Gaia Junior che ha ispirato un film (o più di uno?) che ogni tanto, alla mattina, d'estate, passano ancora. Di Brandon e Brenda abbiamo già detto, e poi, ovviamente ci sono Qui, Quo e Qua e oggi mi chiedo se Cip e Cip siano gemelli... Le sorelle di Marge Simpson sono gemelle e pure due bambine della scuola, quelle con i capelli viola (ma non ne ricordo i nomi). Ho pensato che dovessero esserci almeno due gemelli in Settimo Cielo così sono andata a controllare su web e, in effetti, ci sono. La narrativa e la bloggeria in rete abbondano di gemelli più o meno noti tra cartoons, manga, film, serie tv dagli anni '80 ad oggi. Senza dimenticare per carità, le gemelle di Shining che, nel testo originale erano solo sorelle, ma può darsi che sia stata loro attribuita la gemellarità per giustificare meglio lo "sbroccamento" di chi le ha uccise.Guardando un po' alla narrativa contemporanea, infatti, i gemelli hanno un posto di prestigio già nei cartoni animati per piccolissimi per interpretare ruoli particolarmente "da rompi palle". In Peppa Pig, le gemelle di Zoe Zebra frignano per partecipare al pigiama party; sono un po' meglio Rosie e Robbie Coniglio che nascono prima ancora che papà Coniglio riesca a posteggiare l'auto. Ed è una bella metafora sulla presenza dei papà nella riproduzione delle specie, con un piccolo eufemismo sul parto, ma del resto, sono conigli. Le mie preferite, adesso, sono le gemelle piccole della principessa Holly (del Piccolo regno di Ben e Holly) che con le loro bacchettine magiche combinano marachelle a più non posso (tipo trasformare la tata in una bambola) e strillano in continuazione.Mi ha commosso, invece, scoprire recentemente che Trilli (la fatina di Peter Pan) ha una gemella segreta: è ne "Il segreto delle ali", lungometraggio d'animazione del 2012 visto a Natale grazie a mia nipote. Si chiama Pervinca e vive in un meraviglioso regno di ghiaccio. La forza del legame tra le due sorelle farà sì che possano incontrarsi. Insomma non tutti i gemelli vengon per nuocere.

mercoledì 26 marzo 2014

Dove sono i bambini a Manhattan?

Mi è tornata in mente una considerazione che avevo fatto cinque anni fa, la prima volta a New York, quando l'idea di diventare mamma non era neanche nel più recondito angolo del mio cervello. Viaggiando in metropolitana e passeggiando per le strade di Downtown e Midtown  avevo pensato, chissà come mai, che si vedevano pochissimi bambini. Pochi passeggini, pochi piccoli per mano tra le tantissime (una quantità incredibile per una in arrivo dalla remota provincia italiana) persone in movimento per andare e tornare dal lavoro, fuori dagli uffici per un lunch di fretta, a caccia di taxi gialli per tornare a casa.
Senza scomodare la sociologia e la demografia della Grande Mela, ho pensato semplicemente che alcune zone di Manhattan (quelle che frequentavo in particolare) non sono "adatte" ai bambini e in particolare ci sono grandi aree non residenziali, ma riservate ad uffici e servizi. E che pure a Manhattan ci sono dei posti super per i bambini: dai parchi alle zone residenziali Uptown, alle piste di pattinaggio, da Toys 'R' us a Fao Shwarz (che però, più che pieni di bambini, sono pieni di turisti).
Allora, che ero giovane, ho pensato comunque che uno, se può, sceglie dove farli vivere i propri figli, valutando diversi aspetti: dai servizi disponibili, alla qualità dell'ambiente. Fatto sta che oggi, ripensandoci, sono sono contenta che i miei bambini crescano in una piccola città di provincia dove conosciamo tante persone, dove possiamo scendere dal  marciapiede senza essere sicuri di venire investiti, dove la bibliotecaria è stata la mia maestra del doposcuola, l'impiegata dell'anagrafe non ha bisogno di chiederci il cognome e dove posso lasciare un bambino addormentato nella panetteria delle mie amiche e andare dal macellaio di fronte con l'altro per mano. Certo, non avremo grande scelta quando andremo al  cinema o non potremo frequentare una scuola elementare bilingue, ma il problema si porrà un po' più in là.
Ps. la bella foto l'ha scattata il mio bravo consorte.

sabato 22 marzo 2014

Cara futura mamma


Ieri era la giornata mondiale della Sindrome di Down. Scrivo questo oggi perché ieri non ne ho avuto il tempo e perché alla fine, con la giornata di... non si esaurisca tutto. Questo spot è molto bello ed emozionante. E' ben riuscito dal punto di vista della comunicazione ed emotivamente efficace. Quest'anno la giornata mondiale della Sindrome di Down si è rivolta proprio alle future mamme, a quelle che si scoprono in attesa di un bambino affetto da trisomia 21 (e oggi accade molto prima di tanti anni fa) e che immaginano quale futuro potrà avere il loro figlio.
Da parecchi anni, con gli screening prenatali di prassi, la trisomia 21 può essere individuata molto precocemente: lo screening indica un grado di possibilità che, nel caso, fornisce l'indicazione di effettuare più approfonditi esami (come l'amniocentesi). Ogni futura mamma, oggi, si trova per un momento della sua gravidanza a confrontarsi con il tema della Sindrome di Down. Nel caso dei gemelli, poi, la situazione è un po' particolare perché l'attendibilità del tri-test è inficiata dal fatto che i dati  raccolti con il prelievo di sangue non possono essere "associati" ad un feto piuttosto che all'altro, mentre le misurazioni della translucenza nucale, comunque, sono eseguite su ciascun futuro bambino. Ciò rende il test relativamente meno attendibile. Credo che, essere meglio informati su che cosa comporta avere un cromosoma in più, faccia comunque bene a tutti e questo video è un buon modo per farlo, per scoprire che, i ragazzi affetti da Sindrome di Down possono fare proprio un sacco di cose come gli altri.

mercoledì 19 marzo 2014

Auguri papà e grazie

Auguri papà e grazie
perché ci porti in bicicletta e sull'auto decappottabile
perché ci fai andare sul cavallo a dondolo e su quello vero
perché dalle tue spalle vediamo il mondo in un'altra prospettiva
perché ci hai insegnato a scendere dal divano senza battere la testa
perché quando torni a casa è così bello "gattonarti" incontro
perché ci fai giocare nell'acqua al mare, in piscina, nella bacinella e nel bidet
perché ci hai fatto assaggiare la Coca cola, i wafer e il panettone
perché ci fai volare in alto e mai cadere
Auguri papà per la tua festa e se cambiassi qualche pannolino in più e imparassi a mettere su la lavatrice, ti direbbe grazie anche la mamma.

lunedì 17 marzo 2014

Domenica in bicicletta

Ero terrorizzata, ok? Saranno passati almeno 7 anni dall'ultima volta che inforcavo una bicicletta e adesso, ripartire, con quel seggiolino con appeso il bene più prezioso (almeno il 50% del capitale) della mia vita, mi faceva abbastanza paura. L'altro 50% era "al sicuro" con il papà a sfrecciare per le vie della città, per fortuna di domenica mattina, semi-deserte. Io non mi sono mai spostata volentieri in bicicletta, soprattutto in zone urbane. L'uso del velocipede risale all'adolescenza e alle scampagnate fuori porta.
Allora, per dare qualche risposta al mio terrore, per prima cosa, siamo andati  da Decathlon a comprare un piccolo casco. Il bimbo tester dormiva come un sasso e quindi l'abbiamo provato un po' così. Quando glielo abbiamo infilato da sveglio, invece, ha subito cercato di scagliarlo ad una distanza siderale. Idem con gli occhiali da sole.
Poi abbiamo fatto un giro di prova prima della passeggiata pomeridiana con i nostri amici e altri bimbi sotto il sole dei 25 gradi record della nostra città. Abbiamo pedalato per chilometri ed, effettivamente, come quelle cose che non si disimparano mai, ci riprendi subito la mano anche se devi controllare che il passeggero non perda il suo gufo-oggetto di transizione (che è stato prontamente legato per una zampa al manubrio).
E poi, immediatamente, tu automobilista incallito, desidereresti che tutta la città fosse una pista ciclabile. Che sparissero tutti i veicoli a motore ed, eventualmente, anche i pedoni a gruppetti e le bici in marcia nel senso opposto dove la pista ciclabile c'è, ma è troppo stretta.
Oggi, invece, è il giorno in cui fare il conto con il fatto che, fra 30 giorni esatti, spegnerai 30 candeline. Lo conferma ogni muscolo del corpo, dal collo alla punta dei piedi.

venerdì 14 marzo 2014

Strani giochi sull'Arca di Noè

L'asilo nido comunale della mia città propone, un pomeriggio a settimana, per i bimbi che non lo frequentano regolarmente un'attività chiamata "L'Arca di Noè". I bambini (dai 6 mesi in su) insieme ai genitori o ai nonni, possono trascorrere un paio d'ore all'asilo e sono proposte alcune delle attività didattiche della normale programmazione.
E' qui che abbiamo conosciuto il "Cestino dei tesori", di cui tanto si scrive e si legge. Per chi non lo sapesse, brevemente, è un cestino pieno di oggetti che i bambini possono esplorare. Generalmente sono oggetti di materiali naturali e che si possono trovare comunemente in casa o fuori: dagli anelli delle tende in legno, alle pigne. Il cestino può contenere anche pezzi di stoffa di diverso tessuto (velluto, pelle, tulle, lana), pezzi di carta e di cartone, oggetti di metallo come catenelle, portauovo e il già citato in un precedente post sui giochi, l'amato tubo della doccia. Il cestino dei tesori stimola l'attenzione dei bambini, li aiuta a sperimentare nuovi oggetti attraverso la coordinazione occhi, mani, oggetto... bocca. Interessanti sono, in merito, le riflessioni di Elinor Goldschmied che approfondisce gli aspetti didattici del cestino.
Ma questo è soltanto uno dei sorprendenti giochi che abbiamo imparato all'asilo grazie alla direttrice Silvana Bo che ogni settimana, ci propone, oltre ad un ricco cestino dei tesori che tutti amano ritrovare, qualche attività diversa. 
La scorsa settimana, ad esempio, c'erano le bottiglie e i pennarelli. Da un sacchetto di stoffa sono spuntate decine di pennarelli colorati privati dell'anima (ormai scarica). E le bottiglie di plastica (quelle del latte o dei succhi di frutta con il collo largo) diventano magici contenitori in cui i bambini, di circa un anno, possono provare ad infilare, con precisione, i bastoncini colorati. 
Prima ancora c'erano state le scatole di latta con catenelle di metallo. Le catenelle, di varia misura, si trovano facilmente in ferramenta o nei fai da te. Le scatole di metallo possono essere quelle dei biscotti o del latte in polvere. E via con il concerto a mettere dentro e fuori le catenelle in un tintinnio tutto da scoprire.
In un altra occasione, invece, abbiamo giocato con  dei fazzoletti di tulle colorato (come quelli che vengono usati, talvolta, nei corsi di musica per neonati e lattanti) in un turbine di colori leggiadro dietro cui nascondere il viso o affondare le manine. 
Altro "gioco" particolarmente apprezzato è stato quello con le carte luccicanti delle uova di Pasqua. Colorate, rumorose, facilmente reperibili ed ideali per nascondere i bambini e far loro "cucù".

giovedì 13 marzo 2014

San Giuseppe, Modern family e le offerte di Amazon

Il tema della settimana, su siti e blog mammeschi, è quello della festa del papà. Si trovano mille idee regalo fai da te e altrettante proposte commerciali. Tra queste ultime mi hanno colpito in particolare quelle di Amazon che propone offerte speciali, per la giornata di oggi, fino alle 19. Ce ne sono per tutti i gusti: dagli attrezzi per il bricolage a quelli sportivi, dalle macchine fotografiche ad una tecnologica cornetta per la doccia.
Però, forse per la prima volta in vita mia, mi sono soffermata a pensare che, la festa del 19 marzo è quella di San Giuseppe. Sarà che fa parte del percorso di recupero "buoni rapporti" con i santi che ho intrapreso, ma mi è capitato di riflettere su quanto sia moderna la figura di San Giuseppe, padre agée di un bimbo non suo. Mi stupisce sempre trovare nelle storie più antiche elementi così "all'avanguardia", ma spesso ignorati dalla morale comune. Per non parlare di Elisabetta che benché sterile, ad un certo punto resta in cinta. Insomma, non ci avevo mai pensato, ma tutto questo potrebbe sdoganare, per gli integralisti più agguerriti (e cattolici), la fecondazione assistita e pure l'eterologa.
Chiusa la parentesi evangelica, passiamo a quella burocratica, con la polemica dei genitore1 e genitore2, che con tutti i guai dei genitori in questo momento, mi sembra proprio una questione di lana caprina. Insomma che problema ci sarebbe, dal punto di vista formale, a parlare di mamma e papà oppure mamma e mamma e papà e papà, oppure genitore e basta (va da se che sono 1 e 2)?
Modern Family insegna (per chi non l'avesse vista è una serie americana super divertente e intelligente, che racconta diversi "modelli" di famiglia).

martedì 11 marzo 2014

Idee regalo con un perché

Non è giorno di compleanni, anniversari o ricorrenze. Ma mi sono venuti in mente alcuni regali carini che ho ricevuto, (io e non i bambini) da quando sono mamma e che potrebbero essere utile spunto per altri. E una dimostrazione del fatto che, osservando e ascoltando il prossimo, si riescono a fare, sempre, regali azzeccati.

1. Una crema mani super emolliente. Dono, senza occasione particolare, di mia cognata che ha notato come, nei periodi più freddi, le mie mani fossero particolarmente screpolate a forza di spingere il passeggino dimenticando i guanti.
2. Una giornata alle terme (poi mai utilizzata, ma come si dice, è il pensiero che conta), da parte del papà per il MIO primo compleanno da mamma.
3. La bicicletta con il seggiolino. Questa, bellissima, è arrivata per Natale da parte del papà e per ora la sta collaudando lui...
4. I doni della nonna, mia mamma, che per me sotto l'albero
ha messo un completino intimo nero insieme a due grembiulini colorati tipo quelli che usano le puericultrici o le maestre all'asilo nido per non macchiare i vestiti. Robe che mai più avrei pensato di indossare.
5. Un aggeggio per massaggiare i piedi di sotto. Regalo dei miei geniali suoceri che avevano intercettato le mie lamentele di male ai piedi.

lunedì 10 marzo 2014

Una, due, tre, quattro pizze!

La pizza, surgelata, a domicilio, o in pizzeria, è uno degli alimenti più consumati dai neogenitori nel primo anno di vita dei figli. Inutile indagare sulle ragioni: pratica, veloce, buona, pronta, si mangia con le mani, anche in piedi. L'idea di mangiarla in pizzeria, tutti e quattro, però, può richiedere più di un tentativo prima di andare a buon fine.
La prima volta che siamo andati in pizzeria con i twins era aprile dell'anno scorso. Non avevano ancora tre mesi ed infatti era pieno periodo di coliche per il bimbo. Così è successo che mentre lei dormiva beata, il papà ha mangiato la pizza e io ho passeggiato il bimbo urlante fuori per strada. Poi ci siamo dati il cambio ed ho mangiato io la pizza tiepida, perché gentilmente la cameriera l'aveva riportata vicino al forno.
L'immagine è tratta dalla App Baby Chef
La seconda volta che siamo andati in pizzeria avevano 7 mesi: la bimba è stata nel passeggino e a forza di dondolarla con il piede si è addormentata. Il bimbo, invece, è stato in braccio un po' uno e un po' all'altro. Ha fatto conoscenza con uno dei suoi alimenti preferiti e anche un po' di esperienza con il pericolo: quando gli ho dato un pezzo di bordo ustionante, me l'ha lanciato contro con uno sguardo di riprovazione.
La terza volta che siamo andati in pizzeria, ad 11 mesi, siamo entrati alle 21 e usciti alle 21,30, dopo aver mangiato tutto. I  gestori del locale ci hanno dotato di due graziosi seggioloni e anche di parecchi giochini colorati di legno. Ma non c'è stato verso. Hanno lanciato pezzi di pizza e giochini di qua e di là e fatto il diavolo a otto. La quarta volta che siamo andati in pizzeria, pochi giorni fa, siamo quasi riusciti a mangiare decentemente. La bimba, in piedi nel passeggino s'appoggiava al tavolo e mangiava pane-pizza (dopo aver rifiutato la pappa che avevo preparato per cena). Lui, su un bel seggiolone di paglia e legno
, ha smangiucchiato, conquistato un paio di cameriere e poi s'è messo a gattonare per il locale.  Nel frattempo il pavimento era coperto di briciole come coriandoli.
Ah, abbiamo alternato le pizzerie perché ogni volta io mi vergognavo un po' a tornare...

domenica 9 marzo 2014

La doppia preferenza di genere

Ieri era il giorno dell'emotività, delle mimose, delle mostre, delle manifestazioni. Oggi, invece, vorrei sottolineare un elemento concreto che, forse, favorirà la presenza femminile negli organi amministrativi locali.
E' la doppia preferenza di genere che consente di esprimere due preferenze (invece che una) a patto che la seconda vada ad una persona di sesso diverso dalla prima. Insomma, così non si dovrà scegliere se votare un uomo o una donna, si possono votare tutti e due.
Di cosa si tratta, lo spiega nello specifico il sito della Camera dei deputati:

 La legge 23 novembre 2012, n. 215, ha introdotto disposizioni volte a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali.
Viene in primo luogo modificata la normativa per l’elezione dei consigli comunali.Per i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, la legge, riprendendo un modello già sperimentato dalla legge elettorale regionale della Campania,  prevede una duplice misura:
  • la cd. quota di lista: nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore a due terzi; peraltro, solo nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti il mancato rispetto della quota può determinare la decadenza della lista;
  • l’introduzione della cd. doppia preferenza di genere, che consente all’elettore di esprimere due preferenze (anziché una, come previsto dalla normativa previgente) purché riguardanti candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.
Per tutti i comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti è comunque previsto che nelle liste dei candidati è assicurata la rappresentanza di entrambi i sessi. 

Una ulteriore misura volta a favorire la parità di genere nella politica è stata introdotta dalla legge di riforma del finanziamento della politica che prevede la decurtazione del 5% dei contributi per i partiti che presentano un numero di candidati del medesimo sesso superiore ai due terzi del totale. La disposizione si applica alle elezioni politiche, europee e regionali (art. 1, comma 7, L. 96/2012).

Anche quest'ultimo passaggio "punitivo" è interessante. Non so quali effettive ricadute questa normativa possa avere, certo è che, a cambiare le cose, almeno ci stiamo provando. 

venerdì 7 marzo 2014

Auguri piccola donna

Cara Piccola donna, oggi, 8 marzo,
ti auguro di crescere in un mondo in cui non ci sarà più bisogno di parlare di quote rosa perché sarà normale che le donne siano là dove devono essere.
Ti auguro di innamorarti, quando sarà il tempo, di una persona che ti rispetti, sempre.
Ti auguro di diventare mamma un giorno e di non dover combattere (troppo) per conciliare famiglia e lavoro, carriera e affetti.
Ti auguro di non vedere mai una scena come questa (Enrico Lucci e le battute sessiste a Maria Elena Boschi) perché dopo c'è sempre tempo per le spiegazioni ma le stupidaggini non si cancellano.
Ti auguro di vedere più scene come questa (Valentina Raffaele imita Maria Elena Boschi) perché dimostra che, anche quando vogliono prendersi in giro, le donne sanno essere molto brave.
Ti auguro di non dover mai, in nessun luogo, in nessun momento, aver paura per il fatto di essere femmina.
Ti auguro di non dover mai pensare "se fossi un maschio, sarebbe meglio".
Ti auguro di annusare tate mimose, perché hanno un profumo buono e ci ricordano un giorno importante.

giovedì 6 marzo 2014

Cose rotte

Un po' per la sua particolare vocazione terremotesca, un po' per distrazione dei presenti (quasi sempre la mamma, ma anche un po' il papà, ndr), ma il mio bimbo ha già estratto un piatto di ceramica dalla lavastoviglie e l'ha scagliato a terra; ha fatto cadere l'umidificatore in terracotta che era attaccato al termosifone; mandato in frantumi il calendario Maya calamita souvenir del nostro viaggio in Messico, l'ultimo da coppia. Ha rotto la spina del baby monitor: ha tirato il trasformatore fino a spezzare uno dei due perni che si infilano nella presa. Ha fatto cadere dal tavolo un bicchiere di vetro e dulcis in fundo, ha staccato, a forza di tirare, una stanghetta degli occhiali della nonna.
Però, oggi, dopo aver gettato nel water la gabbietta igienizzante, devo dire che mi ha aiutato: ha tirato fuori tutti i panni dall'asciugatrice. Ieri, invece, si era cimentato in cucina con la scorta delle patate: gentilmente le ha private di tutti i germogli.
Lei, invece, che sorniona lo guarda nelle sue marachelle e ne ride, ha solo disintegrato un'ape adesiva di carta che era attaccata al muro sopra il lettino... troppo a portata di mano.




mercoledì 5 marzo 2014

Gaia De Laurentiis: "Ho un marito figo e faccio le torte"

E' la seconda volta, da quando sono mamma, che mi capita di intervistare un'attrice-mamma e che durante la chiacchierata viene fuori il tema della maternità. E' successo qualche mese fa con Elena Santarelli (il post è qui) e di nuovo con Gaia De Laurentiis che, appena ha risposto al telefono, mi ha detto: "Sì parliamo pure adesso che ho solo un bambino in casa". Già perché di figli lei ne ha 4. Con tre padri diversi. Una Supermamma a cui poi, a margine dell'intervista (è protagonista in teatro del Girotondo di Arthur Schnitzler), ho chiesto come fa a conciliare i due mestieri. "Ho un marito figo - mi ha risposto - che si sobbarca anche due figli non suoi e con amore. Non so se sarei in grado di fare altrettanto, in tutta onestà. Non a caso non ho mai avuto una storia con uomini con figli. Quello di attore è un mestiere che ti offre tante cose per la famiglia. A fronte di periodi molto intensi, poi ci sono periodi in cui... si fanno torte. Inevitabilmente, anche negli anni più pieni di lavoro, non hai la solita settimana. Puoi lavorare la sera di capodanno, ma poi essere libera in altri momenti come le feste a scuola dei bambini".
Il trucco sta nell'organizzazione "Ci si può organizzare, nei limiti del possibile. Sapendo con molto anticipo, si riescono a pianificare le cose. Mi è capitato di far mettere su un contratto uno specifico giorno libero. Nessuno lo sapeva, ma era il compleanno di mio figlio e così ho potuto essere presente alla sua festa.  Poi i bambini se non li opprimi con il tuo lavoro, non glielo fai pesare in casa, a sorpresa sono i tuoi primi fan. Capiscono, comprendono molto più di quanto tu non creda a patto che la figura di attrice non sia prevalente su quella di mamma". 


Il resto dell'intervista, in cui racconta, tra l'altro, come sarebbe più facile sposarsi "tra donne" (non ci fosse di mezzo il sesso) è su La Stampa (edizione Cuneo), di oggi. 

martedì 4 marzo 2014

Gemello, quanto mi costi?

Oggi sono un po' di cattivo umore e infatti mi è venuta un lista tignosa. Quella degli svantaggi economici di avere due gemelli.

1. Acquisti doppi. Servono, subito, due culle, un passeggino doppio, o due passeggini, due ovetti. Poi due lettini, due seggiolini auto (o quattro se si pensa di trasportare i bambini su più di un auto). Due seggioloni. Eventualmente un passeggino singolo in più per muoversi separatamente. In alcuni casi è necessario anche acquistare un'auto più grande o... cambiare casa. (tutto sperimentato in prima persona).
2. Spese correnti doppie: consumo di latte e pannolini è, ovviamente, doppio. Con un incremento esponenziale della spesa.
3. L'asilo nido: quello comunale applica al secondo gemello uno sconto del 25%, i baby parking privati del 50%. In ogni caso è un esborso, in una botta, che può arrivare tranquillamente a 700/800 euro mensili.
4. Farmaci. Ammesso che si ammalino tutti e due nello stesso momento, della stessa malattia. Consumano anche il doppio di farmaci: un botticino di fermenti lattici, a noi, ci dura 3 giorni.
5. Le vacanze, ok, questo è un lusso, ma ieri mi sono fatta fare un preventivo per un villaggio turistico con un miniclub per bambini da 4 mesi a 2 anni (a pagamento). Il costo è di 320 euro a bambino per una settimana. Che moltiplicato per 2 fa 640 euro, quasi la cifra che basterebbe per offrire l'intera vacanza ad una persona  in più.
7. I vestiti. I gemelli non si possono passare i vestiti. Noi abbiamo già il vantaggio che la bambina, più bassetta, si becca, oltre a tutto quello che è unisex, i pigiamini azzurri che a suo fratello non vanno più. Ma tant'è.

Ora, mi si può obiettare che, anche nel caso si abbiano due bambini, di età ravvicinata, le spese sono rilevanti però, almeno qualcosa si può riciclare: dalla culla al passeggino, dal seggiolone ai vestiti. E poi, tirare fuori 400 euro per l'asilo nido al mese adesso oppure 400 tra due anni non è come tirarne fuori 700 tutti in un colpo.
Il senso di tutto ciò, a parte incanalare il mio malumore, è quello di sottolineare come le agevolazioni per le famiglie con gemelli siano davvero poche.
Ne faccio alcuni piccoli esempi: per la maternità non c'è niente di doppio tranne le ore di allattamento (che io, ad esempio, non ho goduto in quanto non titolare di un contratto di lavoro subordinato). La piscina ci fa uno sconto sul secondo gemello del 10%. Alcune catene di negozi di puericultura e per bambini propongono delle tessere gemelli con sconti di circa il 10% sul non food. E fu così che rinunciammo al corso in piscina e pure alla vacanza relax.
Immagino che, poiché le famiglie con gemelli sono una categoria ristretta e politicamente poco rilevante, nessuno ha mai preso seriamente in considerazione il problema cercando possibili soluzioni e individuando misure specifiche. Oppure sono io che, nel tempo delle agevolazioni per tutti, pretendo troppo.


lunedì 3 marzo 2014

Lista dei "non giochi" indispensabili nei primi 13 mesi

Ho letto
- la lista delle 42 cose che cambiano diventando genitori...ma solo 42?
- la lista delle 10 cose da non dire alle mamme al parco
- la lista delle 10 cose assolutamente inutili per un neonato
e ne ho lette tante altre. Ho già fatto anch'io un paio di liste in questi mesi. E poco fa, mentre facevo la doccia, (un lusso, incluso nelle 42 cose cambiate nell'ultimo anno), m'è venuta in mente la lista dei 10 giochi, ma soprattutto dei non giochi che per noi sono stati indispensabili in questi 13 mesi.

1. Le chiavi: il mazzo delle chiavi di casa sventolato sull'ovetto fin'da quand'erano piccini, adesso è ancora un un utile intrattenimento in macchina, al bar, ogni volta che la borsa è a portata di mano.
2. Le bolle di sapone. Non sono adatte a quest'età, ma sono magiche. Placano anche i capricci più disperati, distraggono dalla peggiore fame.
3. Le lettere di legno. Una zia creativa, quand'erano piccolissimi, ci ha regalato le lettere in legno della Sevi per scrivere i nomi dei twins. Erano state provvisoriamente appese ad una lampada davanti alla finestra. Sono diventate il nostro test del dolore: dopo una caduta o una zuccata, si va dalle lettere. Se cercano di prenderle, entro pochi secondi, allora niente di grave.
4. Una scatola di Tic-Tac. Sigillata con lo scotch è una maracas da borsetta. Poi quelle colorate piacciono anche di più.
5. I coperchi delle pentole. In questo caso i twins si sono serviti da soli con buona pace del vicino di sotto a cui rimbombano in testa i loro concerti.
6. Il tubo della doccia. Una passione da quando è stato trovato nel "cestino dei tesori" dell'asilo nido.
7. Utensili da cucina. Il cucchiaio di legno, il pettine per gli spaghetti.
8. I coperchi degli omogenizzati. Quelli di metallo, da leccare e rigirare tra le mani appiccicaticce e poi particolarmente apprezzati quelli arancioni della linea Sapori di Natura Plasmon.
9. Una torcia. Noi usiamo quella dell'Ikea che si ricarica a manovella: la luce proiettata sul muro o sul pavimento è una grande attrattiva.
10. Il cane. Un peluche che si muove in modo imprevedibile, morbido e bavoso. Noi siamo fortunati ad avere a disposizione di tanto in tanto Tata Grace, un dolce e paziente Basset Hound.