giovedì 20 febbraio 2014

Santi nomi


Il 21 febbraio è santa Eleonora, l'onomastico della mia bambina e della mia nonna. Nella mia famiglia non si è mai dato gran peso agli onomastici: sarà perché né la santa che porta il mio nome, né quella con il nome della mia mamma sono sul calendario. Fatto sta che non c'era molto da celebrare. Così mio papà, Pietro, lui sì che il santo ce l'ha, non appena sono nati i gemelli si è affrettato a segnare sul calendario le date degli onomastici e ad Eleonora ha fatto gli auguri già due giorni in anticipo.
Mi è tornato così in mente il momento della scelta dei nomi dei miei figli. Sembrava facile. Da ragazzina immaginavo che da grande i miei bambini li avrei chiamati Lorenzo e Lucrezia. Lorenzo come Jovanotti. Lucrezia come una bambolina con un vestitino viola che avevo battezzato così quand'ero bambina e un po' snob. Con la notizia dei twins, però il castello dell'infanzia (e pure quello dell'adolescenza e pure gli ultimi strascichi di gioventù), è crollato. Ci volevano dei nomi speciali per quei bambini in arrivo. Allora è iniziata la ricerca. Siccome ero convinta che fossero due maschi, ho iniziato a cacciare tra i nomi maschili: difficilissimo. Ci voleva qualcosa che sapesse di famiglia e poi nomi brevi, perché già immaginavo il fiato sprecato a richiamare e rimproverare un Massimiliano o un Alessandro. Sì che all'occorrenza si abbrevia, ma anche questa, nella mia famiglia, non è una pratica diffusa. E poi volevo dei nomi che comunque piacessero anche ai nonni e alle zie: come chiedere poi loro di cambiare pannolini e sorbirsi le urla di pupi con nomi non approvati? Non sono di quelle che tiene segrete le consultazioni, è stato un processo in divenire, ma ho fatto di testa mia. Come spesso mi capita nelle scelte importanti, all'improvviso, nella confusione hanno fatto capolino due nomi. Pietro, quello di mio padre, e di suo nonno. Arturo, il nome del bisnonno paterno e del protagonista de "L'isola di Arturo" di Elsa Morante, uno dei miei libri preferiti, nel programma dell'ultimo esame dato all'Università. Ovviamente ho consultato il significato dei nomi e ho scoperto che Arturo, in etrusco significa pietra, come Pietro. Quale migliore coincidenza. Con il papà abbiamo fatto un tentativo metodico per cercare eventuali alternative, spulciando su Internet la lista di tutti i nomi maschili possibili, ma abbiamo desistito alla lettera B: io avevo già la mia idea in testa e ottenuto il via libera.
Con i due nomi perfetti in tasca, ho assistito all'ecografia che svelò il dubbio: il secondo gemello era una bambina. Tutto da rifare. Già tutto, perché ormai c'erano di mezzo degli antenati e dei significati. Seguendo il filone family ho pensato ai nomi delle mie amate nonne: Eleonora e Maria Vittoria. Ho dovuto scartare il secondo: due bambini, con tre nomi, sarebbero stati davvero troppo. Il nome di Eleonora, però, era stato opzionato da mia cognata per un eventuale futura bambina. Che fare allora? Ho ripiegato (ma  mi piaceva un sacco) su Elisabetta, la nonna della mia mamma indispensabile a continuare una tradizione che vede susseguirsi cinque generazioni di nomi con l'iniziale "E" (e spille, anelli, ricami riciclati). Non ricordo esattamente quando, ma mancava poco alla data del parto e mia cognata ha ceduto: "Se vuoi chiamala pure Eleonora". Ecco, per fortuna, perché a questa bambina il nome Elisabetta non si sarebbe adattato proprio. Elisabetta doveva essere bionda, diafana e con gli occhi chiari. Eleonora è olivastra, riccia, castana e ha profondi occhi marroni.
Avevo pensato, anche, come molti futuri genitori, che avrei confermato i nomi nel momento in cui avrei visto i piccoli in faccia: non c'è stato tempo. La nascita di Arturo è stata seguita immediatamente da una battuta su Vidal: tra i ricordi della sala parto mi resta quello di una certa predominanza di juventini. Eleonora è arrivata poco dopo e tutto era già stabilito. Non ricordo in quale momento ho realizzato anche che le iniziali dei miei figli ricalcano quelle del mio nome e cognome, la sigla con cui, da sempre, firmo i miei scritti. Perfetto.

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